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Abuso contratti a termine al Personale ATA: Commissione UE porta l’Italia davanti alla Corte di Giustizia

La Commissione Europea denuncia l’Italia alla Corte di Giustizia UE per abuso dei contratti a termine per il personale ATA: violata la direttiva 1999/70/CE.

La Commissione Europea ha ufficialmente avviato una procedura contro l’Italia presso la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (causa C-155/25), accusandola di una violazione prolungata delle norme comunitarie con l’abuso dei contratti a termine. Al centro del contenzioso vi è la gestione del personale ATA nelle scuole statali, per il quale, secondo Bruxelles, l’Italia ha fatto ricorso in modo sistematico e abusivo a rapporti di lavoro temporanei, in violazione della direttiva 1999/70/CE.

Abuso dei contratti a termine del Personale ATA: violata la clausola 5 e la mancanza di limiti contrattuali

Nel dettaglio, la Commissione UE contesta all’Italia la mancata applicazione della clausola 5 dell’accordo quadro allegato alla direttiva 1999/70/CE, che obbliga gli Stati membri a introdurre strumenti per prevenire l’abuso dei contratti a termine. Tra questi strumenti rientrano l’indicazione di una durata massima per i contratti, il numero massimo di rinnovi e criteri oggettivi per il loro utilizzo. Secondo quanto sostenuto nel ricorso, lo Stato italiano non avrebbe adottato misure efficaci per limitare l’uso continuativo di contratti temporanei per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) nelle scuole pubbliche, lasciando di fatto aperta la possibilità di rinnovi illimitati e assenza di stabilizzazione certa.

Le critiche del sindacato Anief e le richieste di stabilizzazione

L’iniziativa della Commissione è stata accolta con favore dal sindacato Anief, che da anni denuncia la precarietà strutturale del personale ATA. Il presidente Marcello Pacifico, durante un intervento al Senato sul decreto 45/25, ha ribadito la necessità di immissioni in ruolo immediate per i posti vacanti, richiamando l’attenzione su un emendamento governativo mai formalizzato. Secondo Anief, l’apertura di una procedura d’infrazione da parte dell’UE rappresenta la conferma della fondatezza delle denunce sindacali e l’urgenza di un cambiamento strutturale nella politica di assunzione del comparto scuola.

Le ragioni giuridiche della Commissione e le criticità del sistema italiano

Il ricorso evidenzia come l’Italia non possa giustificare l’uso ricorrente dei contratti a termine con esigenze di flessibilità organizzativa, trattandosi di un impiego regolare e non eccezionale. Le modalità di stabilizzazione del personale ATA sono definite aleatorie, prive di una normativa chiara e vincolante, con procedure concorsuali che non offrono garanzie né criteri trasparenti. Per la Commissione, il reiterato utilizzo dei contratti a tempo determinato nel settore scolastico italiano costituisce una prassi ordinaria piuttosto che un’eccezione dettata da necessità. Il ricorso mira dunque a sollecitare l’Italia a conformarsi pienamente al diritto europeo, adottando meccanismi che assicurino maggiore equità e certezza nel reclutamento del personale scolastico.

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