Affitti: 'Milano inaccessibile per i prof.'
Renzi denuncia su Instagram caro affitti e burocrazia: docenti costretti a rinunciare alle nomine mentre il Piano Casa Italia prova a tamponare l’emergenza.
Il caro affitti e i vincoli burocratici rischiano di compromettere la vocazione degli insegnanti nelle grandi città del Nord. Mentre il Governo annuncia piani di housing sociale, Matteo Renzi denuncia su Instagram la condizione economica e amministrativa dei docenti, tra stipendi insufficienti e procedure complesse.
Affitti insostenibili per gli insegnanti fuori sede
La cronica penuria di cattedre nel Mezzogiorno spinge migliaia di docenti verso le regioni del Centro-Nord, ma il trasferimento si scontra con canoni di locazione proibitivi. A Milano una stanza singola costa in media 732 euro, seguita da Bologna (632) e Firenze (606): per chi guadagna circa 1.500 euro netti significa cedere oltre la metà dello stipendio. Molti sono costretti a condividere appartamenti come agli anni universitari o a rinunciare alla nomina, con ricadute sulla continuità didattica. Per arginare le rinunce, il ministro Giuseppe Valditara ha annunciato l’inclusione del personale scolastico nel Piano Casa Italia, un programma da 660 milioni di euro per recuperare alloggi pubblici e calmierare i canoni nelle aree metropolitane ad alta tensione abitativa.
Il Piano Casa Italia per docenti e personale scolastico
L’intervento, maturato in accordo con il dicastero delle Infrastrutture, prevede una prima tranche da 100 milioni di euro per progetti pilota e un incremento progressivo fino a 230 milioni tra il 2027 e il 2030. L’architettura finanziaria combina fondi europei e capitali privati nell’ambito del social housing, mirando a contratti di locazione sotto il mercato e a norme edilizie semplificate per velocizzare i lavori. Un’anteprima è già operativa a Castelfranco Veneto, dove Comune, Ater e Ufficio Scolastico Regionale concedono appartamenti ristrutturati a docenti e collaboratori scolastici fuori sede con contratti fino a due anni rinnovabili e canoni modulati sulla metratura. L’esperimento punta a essere replicato a livello nazionale, mentre i sindacati ricordano che in Lombardia mancano ancora oltre 20-25 mila supplenti solo per l’anno in corso.
La denuncia di Renzi: lo Stato frena il “fuoco sacro” dei docenti
In questo contesto è arrivato l’affondo di Matteo Renzi, che ha riacceso la polemica sull’argomento via Instagram dopo l’evento “Il Tempo delle Donne” alla Triennale di Milano. L’ex premier ha denunciato come sia praticamente impossibile per un insegnante permettersi un affitto a Milano senza il supporto di una casa di famiglia. Ma la sua critica va oltre l’aspetto economico, puntando il dito contro i vincoli burocratici che gravano sui docenti italiani. Renzi ha evidenziato la contraddizione tra la vocazione educativa dei giovani insegnanti e i costi aggiuntivi dei corsi, diplomi e certificazioni necessari, che spesso scoraggiano chi desidera trasmettere la bellezza della cultura. Secondo il leader di Italia Viva, lo Stato “fa di tutto per distruggere la vocazione” dei docenti, creando “inghippi burocratici” che soffocano la passione e rendono la professione sempre meno attrattiva, soprattutto nelle grandi città del Nord.