Ancona, bambino con lividi a scuola: madre condannata per percosse e sospesa dalla potestà

Un bambino di 7 anni arriva a scuola con lividi e accusa la madre: condannata per abuso dei mezzi di correzione e sospesa la potestà genitoriale

21 giugno 2025 08:12
Ancona, bambino con lividi a scuola: madre condannata per percosse e sospesa dalla potestà - Bimbo con lividi
Bimbo con lividi
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Un bambino di sette anni si presenta a scuola con lividi e graffi. Le maestre si allarmano e denunciano. Il Tribunale sospende la potestà genitoriale alla madre, poi condannata per abuso dei mezzi di correzione. Il piccolo è ora affidato a una comunità e può vedere la madre solo in incontri protetti. La donna si difende, ma il giudice non le crede

La segnalazione della scuola e l’indagine delle autorità

Le maestre notano lividi sospetti sul corpo del bambino e decidono di segnalare il caso. Succede a Senigallia, dove un bambino di 7 anni si presenta a scuola con ematomi su braccia, mani e schiena. Inizialmente si pensa a episodi accidentali, ma la frequenza e la posizione dei lividi fanno emergere dubbi. Quando le insegnanti chiedono spiegazioni, il piccolo confida: “È stata mamma, mi picchia con una scarpa”. La scuola si rivolge subito alle forze dell’ordine e viene avviata un’indagine da parte della Procura.

Il processo e la condanna della madre del bambino

La madre, 34enne di origine straniera, viene rinviata a giudizio per abuso dei mezzi di correzione. Gli episodi contestati si riferiscono al periodo tra novembre 2020 e gennaio 2021. Secondo l'accusa, la donna avrebbe colpito il figlio più volte con una scarpa, causandogli lesioni. Il giudice ha condannato la donna a 4 mesi di reclusione e a un risarcimento di 1.500 euro in favore del minore. Il Tribunale per i Minorenni ha inoltre disposto la sospensione della potestà genitoriale.

Il bambino affidato a una comunità protetta

Il bambino è stato affidato a una comunità educativa, dove riceve assistenza e tutela. Può incontrare la madre solo in presenza di educatori in incontri protetti. Il tribunale ha nominato come tutore un avvocato, che si è costituita parte civile nel processo. Le ferite riportate dal minore e le testimonianze scolastiche hanno pesato nella decisione del giudice, che ha accolto integralmente la richiesta della pubblica accusa.

La difesa della donna e l’ipotesi di appello

La donna ha negato tutte le accuse, sostenendo che i lividi fossero frutto di incidenti domestici: una volta il bambino sarebbe stato colpito accidentalmente mentre lei cucinava, un’altra volta gli sarebbe caduto addosso un passeggino. Ha inoltre riferito che alcune delle lesioni potrebbero essere riconducibili a una dermatite. In aula sono stati presentati certificati medici e relazioni scolastiche. I legali della donna hanno annunciato che valuteranno il ricorso in appello contro la sentenza.