Andreoli: educare è diventato impossibile in una società senza padri

Andreoli denuncia un’educazione svuotata: i giovani sono orfani emotivi e senza futuro. La scuola resta l’ultima occasione per ricostruire relazioni autentiche

12 giugno 2025 08:27
Andreoli: educare è diventato impossibile in una società senza padri - psichiatra Vittorino Andreoli
psichiatra Vittorino Andreoli
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Nel suo libro “L’educazione (im)possibile”, Vittorino Andreoli denuncia l’emergenza educativa che affligge i giovani di oggi: adolescenti senza padri simbolici, senza futuro, orfani emotivi immersi in un presente senza senso. La scuola, più che trasmettere nozioni, deve ricostruire legami profondi e autentici. Serve un’alleanza educativa nuova

Andreoli: l’insegnante come figura di riferimento stabile

Educare, secondo Andreoli, non significa informare, ma instaurare un legame. Non un affetto genitoriale, ma una relazione educativa fondata su ascolto, coerenza e autorevolezza. In un’epoca dominata dall’apparenza e dall’istantaneità, il docente diventa un punto di ancoraggio in una società liquida. Non può essere solo un trasmettitore di contenuti, ma un testimone esistenziale. La sua presenza quotidiana, costante e credibile, restituisce senso al ruolo della scuola come spazio di crescita integrale.

Adolescenti smarriti senza prospettive

Andreoli osserva con preoccupazione una generazione privata di desideri, che vive in un eterno presente senza progettualità, incapace di immaginare il futuro. I giovani, privi di modelli autorevoli, si rifugiano nell’eccesso comportamentale e nei modelli estetici imposti dai media, che annullano la ricchezza interiore. La famiglia spesso è assente o inadeguata, mentre la scuola resta l’unico presidio educativo, dove si può ancora parlare di dignità, rispetto, interiorità.

Il consumo dei sentimenti e l’isolamento digitale

Internet, pur utile, ha amplificato il vuoto relazionale, trasformando sentimenti, affettività e sessualità in beni di consumo. I giovani, immersi nei social, perdono il senso dell’altro e disimparano il contatto umano. Andreoli mette in guardia: la tecnologia non può sostituire il legame educativo reale. Senza padri simbolici e adulti affidabili, gli studenti si ritrovano orfani affettivi in una società che ha dimenticato come si educa.

Secondo Andreoli bisogna riorchestrare la comunità educativa

L’educazione, afferma Andreoli, è come una sinfonia interrotta, dove strumenti solisti suonano in disarmonia. Occorre ricostruire un’orchestra educativa fatta di padri, madri, insegnanti e adulti significativi. Non ci sono ricette, ma una chiamata alla responsabilità collettiva. La scuola deve farsi carico di una funzione sociale più ampia, perché l’educazione è possibile solo nella relazione. In un tempo disorientato, solo chi educa con autenticità potrà aiutare i ragazzi a ritrovare sé stessi.