Assegnazioni provvisorie e utilizzazioni docenti e ATA: contratti integrativi regionali

I contratti integrativi regionali su assegnazioni provvisorie e utilizzazioni introducono regole su sostegno, part time, cattedre e deroghe per emergenze

19 agosto 2025 10:51
Assegnazioni provvisorie e utilizzazioni docenti e ATA: contratti integrativi regionali - Mobilità elettrica con filobus
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Dopo la firma del CCNI 2025/28 sulle assegnazioni provvisorie e utilizzazioni, a livello regionale vengono sottoscritti contratti decentrati che recepiscono le esigenze territoriali. Questi accordi stabiliscono regole specifiche su utilizzo su sostegno, part time e ottimizzazione delle cattedre, con particolare attenzione a contesti colpiti da eventi emergenziali

Assegnazioni provvisorie: contratti decentrati e quadro normativo

Il contratto nazionale sulle assegnazioni provvisorie e utilizzazioni stabilisce principi generali validi per docenti, personale ATA ed educativo, ma demanda alle regioni la possibilità di integrare le disposizioni. L’articolo 3, comma 5 del CCNI 2025/28 prevede infatti che, a livello territoriale, vengano firmati contratti integrativi per tenere conto di situazioni specifiche. Questi accordi consentono una maggiore flessibilità, adattando le regole di mobilità e impiego del personale alle diverse esigenze locali. Tra le novità più rilevanti ci sono le norme che riguardano l’utilizzo su posti di sostegno anche per chi non possiede la specializzazione, l’accesso al part time per favorire la conciliazione tra lavoro e vita privata, e le misure per l’ottimizzazione della cattedra, fondamentali per garantire continuità didattica e copertura completa delle ore disponibili.

Emergenze territoriali e deroghe previste

I contratti decentrati regionali possono introdurre deroghe legate a eventi straordinari. Il CCNI richiama espressamente le aree colpite da calamità naturali, come gli eventi sismici che hanno interessato Abruzzo, Marche e Umbria, oltre alle province di Bologna, Modena, Ferrara, Reggio Emilia, Mantova, Rovigo, Rieti e i comuni dell’isola d’Ischia e dell’area flegrea in Campania. Altre disposizioni riguardano le province colpite da alluvioni in Emilia-Romagna e Marche, con particolare riferimento a Pesaro, Urbino e Fano. Queste condizioni consentono di accordare priorità e agevolazioni nei movimenti del personale scolastico, per tutelare la continuità del servizio in contesti fragili e garantire la tutela dei lavoratori coinvolti. Tali scelte rispondono alla necessità di bilanciare i principi generali del contratto con interventi mirati a sostenere i territori più colpiti da emergenze ambientali e sociali.

Novità su classi di concorso e norme speciali

Un altro ambito di intervento riguarda le classi di concorso specifiche e l’attuazione di nuove disposizioni legislative. Il riferimento è in particolare all’articolo 11 del D.L. 71/2024, che disciplina l’insegnamento dell’Italiano per alloglotti nella classe di concorso A-23, e all’articolo 2 della Legge 150/2024, che introduce misure straordinarie per l’integrazione scolastica degli studenti con background migratorio. I contratti integrativi regionali, in questo senso, assumono un ruolo fondamentale nell’adattare le linee guida nazionali alle diverse realtà scolastiche. La loro applicazione permette non solo di gestire in maniera più efficace la distribuzione del personale, ma anche di rispondere alle nuove sfide educative legate alla multiculturalità e all’inclusione. Con questi strumenti, le regioni possono quindi incidere in modo diretto sulla qualità dell’offerta formativa, rendendo l’organizzazione scolastica più aderente alle esigenze locali

Ecco i contratti integrativi regionali

[in aggiornamento]

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