L’Assegno di Inclusione 2025 rappresenta una misura nazionale attiva contro la povertà, l’esclusione sociale e le condizioni di fragilità. Questo sostegno economico aiuta le famiglie più deboli attraverso percorsi di inclusione sociale, formazione professionale e politiche attive per il lavoro. Il contributo mensile viene accreditato sulla Carta ADI (Carta di Inclusione), una carta prepagata elettronica emessa da PostePay.
I beneficiari devono aderire a un percorso personalizzato di inclusione sociale e lavorativa. Il mancato rispetto degli obblighi imposti porta alla decadenza dall’Assegno di Inclusione e alla conseguente disattivazione della Carta da parte dell’INPS.
Rinnovo dell’Assegno di Inclusione: come funziona nel 2025
L’Assegno di Inclusione 2025 viene erogato per un massimo di 18 mesi consecutivi. Dopo questo periodo, è possibile richiederne il rinnovo per ulteriori 12 mesi, ma solo dopo un mese di sospensione obbligatoria. Anche alla fine dei cicli di rinnovo, la legge impone un nuovo mese di pausa prima di poter presentare una nuova domanda.
Il rinnovo dell’Assegno di Inclusione richiede il rispetto degli stessi requisiti iniziali, inclusa l’attivazione lavorativa da parte dei componenti maggiorenni del nucleo familiare che hanno responsabilità genitoriali, non lavorano e non frequentano corsi di studio.
Obblighi per i beneficiari: attivazione lavorativa e patto di inclusione
I membri del nucleo familiare che rientrano nelle categorie previste devono partecipare attivamente alle attività formative, lavorative o di politica attiva. L’INPS, nella Circolare n. 105 del 16 dicembre 2023, chiarisce che questi soggetti devono rispettare tutti gli impegni del Patto di Inclusione Sociale e del progetto di attivazione lavorativa concordato.
L’obbligo riguarda specificamente:
- Maggiorenni con responsabilità genitoriali
- Non occupati
- Non frequentanti corsi scolastici
- Privati di carichi di cura
Chi è esonerato dagli obblighi di attivazione al lavoro
Non tutti i beneficiari dell’Assegno di Inclusione 2025 sono tenuti agli obblighi lavorativi. Sono esentati:
- Titolari di pensione diretta o over 60
- Persone con disabilità, ai sensi della Legge 68/1999
- Soggetti con patologie oncologiche
- Componenti con carichi di cura (minori di tre anni, almeno tre figli minori o conviventi con disabilità)
- Donne vittime di violenza prese in carico da centri antiviolenza riconosciuti
Anche se esonerati, questi beneficiari possono scegliere volontariamente di aderire a percorsi personalizzati di accompagnamento al lavoro o all’inclusione sociale.
Patto di inclusione sociale: a chi si applica
Anche chi non è tenuto all’attivazione lavorativa deve comunque sottoscrivere il Patto di Inclusione Sociale, che coinvolge i servizi sociali in un percorso personalizzato. Sono esclusi dall’obbligo solo:
- Beneficiari tra i 18 e i 59 anni
- Senza figli o responsabilità genitoriali
- Non inclusi nella scala di equivalenza
Questi ultimi possono richiedere il Supporto per la Formazione e il Lavoro, altra misura disciplinata dal Decreto-Legge n. 48/2023.
Le conseguenze della mancata attivazione lavorativa
Il mancato rispetto degli obblighi comporta la decadenza immediata dell’Assegno di Inclusione. Secondo l’art. 8, comma 6 del Decreto-Legge 48/2023, la perdita del beneficio avviene se un componente obbligato:
- Non si presenta ai servizi sociali o al centro per l’impiego
- Non firma il patto di servizio personalizzato
- Non partecipa senza giustificato motivo ad attività formative o di inserimento lavorativo
- Non rispetta gli impegni con i servizi sociali
- Non frequenta corsi di istruzione obbligatori se ha tra i 18 e i 29 anni
- Rifiuta un’offerta di lavoro senza motivo valido
- Non comunica variazioni di reddito o composizione familiare
- Fornisce dichiarazioni false
- Viene sorpreso a lavorare senza averne dato comunicazione
In caso di decadenza, l’INPS disattiva immediatamente la Carta ADI, impedendo l’ulteriore utilizzo del beneficio.
L’Assegno di Inclusione 2025 non è solo un sostegno economico, ma un percorso verso l’autonomia sociale e lavorativa. Il rispetto degli obblighi, la partecipazione attiva e la trasparenza rappresentano condizioni essenziali per mantenere il beneficio. Chi rientra nei requisiti può rinnovare il sostegno, ma solo se continua a collaborare con i servizi preposti, seguendo il proprio progetto di inclusione.
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