Bellaria: figli assenti da scuola, genitori sotto indagine
Indagine a Bellaria per una coppia bengalese che non ha fatto frequentare i figli a scuola. Applicato il decreto 'Caivano', la vicenda è sotto inchiesta.


A Bellaria, una coppia di origine bengalese è finita sotto indagine per inosservanza dell’obbligo di istruzione dei minori, dopo che i loro figli, iscritti a scuole primarie e secondarie del comune, non si sono mai presentati a lezione dall'inizio dell'anno scolastico. L'allarme è stato lanciato dall'istituto scolastico e ha portato a una serie di accertamenti coordinati dai servizi sociali e dalla polizia locale, culminati con l'applicazione delle misure previste dal decreto 'Caivano'. La vicenda è ora al vaglio della Procura di Rimini.
La segnalazione dell’istituto comprensivo
Il caso è emerso a dicembre 2024, quando l’istituto comprensivo di Bellaria ha segnalato ufficialmente la totale assenza dei due minori dalle lezioni, fin dal primo giorno di scuola. I tentativi della dirigenza scolastica di contattare i genitori sono risultati vani, portando così all’intervento dei Servizi sociali e della polizia locale per gli approfondimenti necessari.
Intervento dei servizi sociali e applicazione del decreto 'Caivano'
Dopo i controlli, è stato applicato il decreto 'Caivano', che prevede l'ammonimento formale ai genitori nei casi di assenza ingiustificata dei figli da scuola per più di quindici giorni consecutivi. Il padre ha ricevuto l’intimazione a far rientrare i figli in classe entro sette giorni. Tuttavia, la notifica non ha avuto esito positivo, poiché nel frattempo la famiglia era rientrata in Bangladesh.
Il ritorno in Italia e l'iscrizione nel registro degli indagati
Con l’arrivo della stagione turistica, la coppia è tornata a Bellaria per riaprire il loro negozio stagionale. Gli agenti della polizia locale li hanno rintracciati presso l’attività commerciale e hanno formalizzato l’iscrizione nel registro degli indagati per inosservanza dell'obbligo scolastico.
La versione dei genitori
I due genitori hanno riferito agli inquirenti che, durante la permanenza nel paese d'origine, i figli avrebbero continuato a frequentare regolarmente la scuola locale e hanno assicurato che sarebbero rientrati al più presto nel circuito scolastico italiano. Questa dichiarazione dovrà essere verificata dagli organi competenti.