Bocciature a scuola, Novara: 'Un trauma che peggiora i risultati'

Daniele Novara critica le bocciature scolastiche: “Sono un trauma che peggiora i risultati e aumenta l’abbandono. Aboliamole, come chiedeva Don Milani”.

04 settembre 2025 09:25
Bocciature a scuola, Novara: 'Un trauma che peggiora i risultati' - pedagogista Daniele Novara
pedagogista Daniele Novara
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Le bocciature, più che un rimedio educativo, rappresentano un ostacolo che segna profondamente la vita degli studenti. Daniele Novara, pedagogista e direttore del CPP, torna a denunciarne gli effetti negativi, richiamando le ricerche internazionali e il messaggio di Don Milani: non migliorano il profitto, ma aumentano fallimento, isolamento e abbandono scolastico.

Gli effetti delle ripetenze sugli studenti

Secondo Novara, la scuola italiana vive un “equivoco rapporto con le bocciature”, considerate ancora come strumento di correzione nonostante le ricerche internazionali dimostrino il contrario. I dati lo confermano: in Italia circa il 20% dei quindicenni ha già ripetuto almeno un anno, a fronte di una media OCSE del 9%. Alle superiori l’8,3% degli studenti, pari a circa 180mila ragazzi, non viene ammesso alla classe successiva. In realtà, osserva il pedagogista, “le scuole e i Paesi dove si boccia di più hanno un livello scolastico significativamente più basso”, una realtà già denunciata da Don Lorenzo Milani nella sua celebre Lettera a una professoressa del 1965.

Bocciature: un trauma psicologico e pedagogico

Per Novara, la bocciatura non è una semplice valutazione negativa ma “un trauma vero e proprio” che lascia segni profondi nell’adolescenza. La psichiatria conferma che la ripetenza può generare vergogna, senso di fallimento, perdita di autostima e isolamento sociale. Le ricerche mostrano che gli studenti bocciati, invece di migliorare, ottengono spesso risultati peggiori negli anni successivi, rimanendo bloccati in un circolo vizioso di disaffezione e paura. A pagare il prezzo più alto sono i soggetti vulnerabili: ragazzi con DSA, difficoltà familiari o privi di supporti esterni, per i quali la bocciatura diventa un ulteriore fattore di esclusione. Non a caso, l’abbandono scolastico precoce in Italia riguarda l’11,5% degli studenti e la ripetenza ne è spesso una delle cause principali.

La critica alla pedagogia punitiva

Il direttore del CPP definisce la bocciatura una forma di “pedagogia nera”, figlia di una scuola punitiva che la interpreta come “ritorsione” verso gli alunni che non studiano o hanno cattivi comportamenti. Una logica che oggi trova nuovo spazio con l’introduzione della norma che prevede la non ammissione con il 5 in condotta, misura che Novara considera priva di qualsiasi fondamento educativo. “Non esiste alcun motivo pedagogico per mantenere una pratica inerziale e dannosa come questa”, afferma. Per l’esperto, la vera sfida è restituire senso e piacere all’esperienza scolastica, creando un ambiente inclusivo che valorizzi le potenzialità degli studenti, invece di trasformare la scuola in un luogo di punizione e stigmatizzazione.

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