Con la fine della scuola aumentano a dismisura i ricorsi per le pagelle. Il neuropsichiatra infantile Narciso Mostarda lancia l’allarme: il fenomeno è il sintomo di un patto educativo fallito tra generazioni, dove gli adulti faticano a svolgere il proprio ruolo e a riconoscere la scuola.
Il fallimento del patto educativo
Secondo il neuropsichiatra Narciso Mostarda, l’aumento dei ricorsi è la conseguenza del fallimento del patto educativo tra le generazioni. Un tempo l’insegnante era considerato una figura di riferimento, in continuità con la famiglia. Oggi, invece, il suo ruolo viene messo in discussione. La responsabilità, secondo l’esperto, non è degli adolescenti, ma degli adulti che faticano a esercitare il loro ruolo educativo, definiti “adultescenti” perché rimasti adolescenti loro stessi.
Genitori “sindacalisti” ricorrono per le pagelle dei figli
Agire come “sindacalisti” dei propri figli di fronte a un’insufficienza è un errore. Dimostra l’incapacità dei genitori di aiutarli a gestire il fallimento. La crescita dei giovani, sottolinea l’esperto, passa anche attraverso i giudizi negativi e il superamento delle difficoltà. L’insuccesso scolastico dovrebbe essere un’occasione per sostenere i ragazzi, facendogli comprendere che sbagliare è normale e che esistono strategie per rimediare, anche con l’aiuto dei docenti.
Le conseguenze sui giovani
Semplificare i problemi con reazioni impulsive rischia di innescare comportamenti aggressivi nei ragazzi. Anziché aiutarli, giustificarli dando la colpa ai docenti alimenta la loro insicurezza. È fondamentale, afferma Mostarda, permettere ai giovani di sviluppare anticorpi necessari per affrontare le frustrazioni e le delusioni della vita. In caso contrario, si rischia di favorire un’immaturità che può diventare permanente e difficile da superare.
La via per ricostruire il rapporto scuola famiglia
La soluzione risiede nel ricostruire il rapporto interrotto. La scuola deve tornare a essere un luogo aperto, che favorisca un dialogo condiviso e sereno tra tutte le sue componenti: studenti, famiglie e insegnanti. I genitori, in particolare, devono tornare a riconoscere i docenti e la loro competenza educativa. Si tratta dello stesso meccanismo di fiducia che, se minato, genera tensioni anche in altri ambiti, come quello sanitario, verso chi dovrebbe prendersi cura di noi.
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