Bullismo e caos a scuola: Recalcati denuncia docenti umiliati e indisciplina permanente

Divieto smartphone a scuola: Recalcati parla di “bullismo rovesciato” verso i docenti. Ministero punta a ordine, concentrazione e inclusione.

15 settembre 2025 20:31
Bullismo e caos a scuola: Recalcati denuncia docenti umiliati e indisciplina permanente - Massimo Recalcati
Massimo Recalcati
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Il nuovo divieto totale degli smartphone nelle scuole italiane accende il dibattito. Massimo Recalcati denuncia un “bullismo rovesciato” contro i docenti, mentre il Ministero punta a restituire alla scuola ordine, concentrazione e inclusione. La misura coinvolge studenti, insegnanti e personale ATA.

Divieto totale degli smartphone e reazioni di Recalcati

A metà giugno il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha introdotto un divieto assoluto di utilizzo degli smartphone durante le lezioni, negli intervalli e in tutte le pertinenze scolastiche. Restano possibili solo deroghe limitate, ad esempio per studenti con PEI o PDP o nei percorsi tecnologici in cui il dispositivo sia “strettamente funzionale” all’attività formativa. Sono invece ammessi pc, tablet e lavagne interattive, regolati dall’autonomia dei singoli istituti.

Sullo sfondo, le parole dello psicanalista Massimo Recalcati hanno acceso il dibattito: “La scuola è divenuta il luogo del caos e dell’indisciplina permanente, di un bullismo rovesciato esercitato da famiglie e allievi nei confronti degli insegnanti divenuti oggetto di umiliazione”. L’invito dello studioso è a costruire un’istituzione capace di includere senza dimenticare “il ritmo singolare dell’apprendimento”, per non lasciare indietro chi incontra maggiori difficoltà.

Implicazioni organizzative e gestione interna degli istituti

L’applicazione del divieto sugli smartphone impone alle scuole di ripensare le proprie regole interne. I consigli di istituto devono decidere se procedere alla consegna collettiva dei dispositivi in spazi dedicati o mantenere un divieto d’uso con telefono in tasca. Entrambe le soluzioni presentano criticità: rischi giuridici legati a furti o danneggiamenti nella custodia centralizzata e difficoltà di controllo se i dispositivi restano agli studenti. La misura si estende a corridoi, aree esterne e attività extracurricolari, con l’obbligo di introdurre sanzioni progressive proporzionate alle infrazioni. Coinvolti anche i docenti e il personale ATA, per i quali i dirigenti scolastici stanno predisponendo circolari che fissano regole sull’uso dei cellulari durante il servizio, garantendo coerenza con il messaggio educativo rivolto agli studenti.

Le basi scientifiche e l’obiettivo educativo del provvedimento

Il divieto ha suscitato opinioni differenti ma dal mondo scientifico giungono posizioni favorevoli. In un’intervista a Sky TG24, durante “Progress”, il medico e psicoterapeuta Alberto Pellai dell’Università Statale di Milano ha evidenziato come lo smartphone sia “un incredibile distrattore che deteriora le competenze di apprendimento”, sostenendo la scelta ministeriale. Secondo il Ministero, lo scopo della norma non è negare la dimensione digitale, ma restituire alla scuola un ruolo di presidio educativo, sottraendo tempo e spazio a uno strumento percepito come fonte di distrazione permanente. L’obiettivo dichiarato è rafforzare la concentrazione, il rispetto e l’inclusione, facendo della scuola un ambiente ordinato e funzionale all’apprendimento, capace di garantire anche agli insegnanti dignità e autorevolezza nel rapporto con famiglie e studenti.

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