Bullismo in crescita, Valditara: 'più educazione al rispetto, ma i dati ISTAT sono allarmanti'[dati Istat]

Il 96,7% delle scuole ha attivato corsi contro il bullismo, ma l’ISTAT denuncia oltre 3,5 milioni di giovani vittime. Dati preoccupanti su stranieri e 11-13enni

26 giugno 2025 15:13
Bullismo in crescita, Valditara: 'più educazione al rispetto, ma i dati ISTAT sono allarmanti'[dati Istat] - Bullismo
Bullismo
Condividi

Nonostante il 96,7% delle scuole superiori abbia avviato corsi contro bullismo e cyberbullismo, l’indagine ISTAT 2023 mostra una realtà preoccupante: oltre 3,5 milioni di ragazzi sono stati vittime di prevaricazioni, con un aumento degli episodi tra gli 11-13enni, i giovani stranieri e nelle regioni del Nord. La scuola risponde con educazione civica, sospensioni riformate e tutoraggio

L’impegno scolastico contro il bullismo e le nuove strategie ministeriali

Secondo il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, la “cultura del rispetto” è diventata un pilastro del sistema educativo. Il 96,7% delle scuole superiori italiane ha attivato percorsi di prevenzione del bullismo, in larga parte curricolari e quindi obbligatori. Le nuove linee guida di educazione civica, in vigore da settembre 2023, affrontano il tema in modo trasversale nei programmi scolastici. La riforma delle sospensioni scolastiche, approvata dal Consiglio di Stato, prevede dal 2025 attività di cittadinanza solidale per gli studenti responsabili di atti di bullismo. Significativa anche l’attenzione alla personalizzazione dei percorsi attraverso docente tutor e orientatore.

I numeri ISTAT: un’emergenza che cresce

I dati dell’indagine ISTAT 2023 su 39.214 studenti tra 11 e 19 anni mostrano che il 68,5% ha subito almeno un episodio di bullismo nell’ultimo anno. Uno su cinque è vittima continuativa (più volte al mese), e l’8% subisce episodi settimanali. Le forme più diffuse sono offese verbali (55,7%), esclusione sociale (43%) e aggressioni fisiche (11%). I più colpiti sono i ragazzi tra 11 e 13 anni, con il 23,7% vittima frequente, e le differenze di genere rivelano che i maschi subiscono più insulti, mentre le femmine soffrono maggiormente per l’isolamento sociale.

Il fattore territoriale e le disuguaglianze etniche

Il Nord Italia registra la maggiore incidenza di bullismo, con il 71% dei ragazzi coinvolti nel Nord-ovest e percentuali simili nel Nord-est. Il Mezzogiorno appare relativamente più protetto: il 33,5% non ha mai subito vessazioni, contro il 29% del Nord-ovest. Tra i gruppi più colpiti emergono i ragazzi stranieri: il 26,8% subisce atti vessatori mensili, rispetto al 20,4% degli italiani. Tra le comunità più esposte: rumeni (29,2%), ucraini (27,8%), cinesi (25%), albanesi e marocchini (oltre il 22%). L’origine etnica diventa così un ulteriore fattore di rischio, alimentando discriminazioni latenti.

Cyber-bullismo: l’estensione digitale del problema

Il 34% dei ragazzi ha subito cyberbullismo almeno una volta, e il 7,8% lo subisce abitualmente. Le piattaforme digitali amplificano il fenomeno: offese online colpiscono il 27% dei maschi e il 19,8% delle femmine, mentre l’esclusione virtuale interessa rispettivamente il 19% e il 16,6%. Il 30,1% è vittima sia online che offline, segno di un fenomeno interconnesso e pervasivo. Gli studenti stranieri risultano più vulnerabili anche nel cyberspazio: il 39,8% è stato colpito almeno una volta, con picchi tra ucraini (44,5%), cinesi e rumeni (42,8%). Il Ministro Valditara ha ricordato come proprio la sensibilità dei giovani sul tema, emersa anche nell’ultima maturità, sia un segnale di consapevolezza su cui investire.

Istat Bullismo