Il Senato ha bocciato l’emendamento 2.0.4, presentato per estendere il beneficio dei buoni pasto al personale scolastico delle scuole pubbliche. La proposta, promossa dalle forze di Opposizione e sostenuta dal sindacato Anief, intendeva garantire maggiore equità tra i lavoratori del settore pubblico. L’emendamento puntava anche a un’applicazione retroattiva per gli anni 2022-2024, offrendo così un riconoscimento economico concreto a una categoria da tempo esclusa da questo tipo di agevolazione.
Il personale scolastico resta escluso dal beneficio
Nonostante il sostegno sindacale e le forti richieste arrivate dal mondo della scuola, la VII Commissione del Senato ha deciso di non approvare l’emendamento. Le motivazioni emerse ruotano attorno a problematiche legate al bilancio statale e alla provenienza politica della proposta, giudicata evidentemente poco prioritaria dalla maggioranza.
Questa scelta conferma una realtà difficile: il personale scolastico — insegnanti e ATA — rappresenta l’unico comparto della pubblica amministrazione ancora escluso dai buoni pasto. Una situazione che alimenta il malcontento e accentua il senso di disparità economica rispetto ad altri lavoratori del settore pubblico.
Sindacati e opposizione chiedono equità
Il sindacato Anief e altri rappresentanti del mondo scolastico avevano sottolineato come il riconoscimento dei buoni pasto al personale scolastico avrebbe costituito un passo importante verso un trattamento economico più giusto, soprattutto in un contesto segnato dall’aumento del costo della vita.
Molti docenti e collaboratori scolastici si trovano oggi a fare i conti con stipendi bassi, spesso insufficienti a coprire le spese mensili. Nonostante l’impegno quotidiano nella formazione delle nuove generazioni, continuano a lavorare in condizioni economiche penalizzanti rispetto ad altri dipendenti pubblici.
Una corsa a ostacoli per arrivare a fine mese
Negare un diritto basilare come i buoni pasto, in un periodo storico segnato dall’inflazione e dal caro vita, peggiora ulteriormente le condizioni di chi lavora nella scuola. Invece di colmare una lacuna storica, la decisione politica finisce per ampliare ancora di più il divario interno alla pubblica amministrazione.
Chi lavora nella scuola italiana, tra stipendi fermi e mancato riconoscimento economico, continua a vivere una vera e propria corsa a ostacoli per arrivare a fine mese.
La bocciatura dell’emendamento 2.0.4 rappresenta un’occasione persa per introdurre finalmente i buoni pasto al personale scolastico, colmando una disparità che dura da troppo tempo. Mentre altri comparti del pubblico impiego godono di tutele e benefit, il mondo della scuola resta indietro, con una politica che ancora una volta mostra di non voler ascoltare le reali esigenze di chi ogni giorno tiene in piedi il sistema educativo del Paese.
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