Caro affitti al Nord Italia: stipendi insufficienti per i supplenti, Anief insiste sull'indennità di sede

Caro affitti a Milano e nelle città del Nord: Anief chiede l'indennità per insegnanti fuori sede. Ecco dove trovare i fondi e le proposte al Governo.

01 giugno 2025 06:02
Caro affitti al Nord Italia: stipendi insufficienti per i supplenti, Anief insiste sull'indennità di sede - Indennità di sede
Indennità di sede
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Il caro affitti nelle città del Nord, in particolare a Milano, è diventato un problema sempre più pressante per il personale scolastico. Gli affitti mensili superano ormai i 1.200 euro, una cifra insostenibile per molti insegnanti precari, spesso provenienti dal Sud Italia, il cui stipendio medio si aggira attorno ai 1.500 euro. La mancanza di alloggi accessibili obbliga molti supplenti a soluzioni di fortuna, come la condivisione di appartamenti o il pendolarismo su lunghe distanze. Nonostante la crescente difficoltà, lo Stato non ha ancora previsto misure di sostegno concrete per questi lavoratori, nemmeno per il personale Ata, che percepisce salari ancora più bassi.

Caro affitti: Anief chiede l’indennità di sede per gli insegnanti pendolari e fuori sede

A fronte di questa situazione critica, il presidente di Anief, Marcello Pacifico, ha ribadito la richiesta di introdurre una specifica indennità di sede per i docenti pendolari e fuori sede. Secondo Pacifico, tale misura esiste già per altri settori, come il terziario, ma non è ancora prevista per la scuola, dove il tasso di precariato è tra i più alti della pubblica amministrazione. In aggiunta, il potere d’acquisto degli insegnanti è drasticamente diminuito: si stima una perdita di oltre 6.000 euro negli ultimi anni rispetto ai colleghi di altri ministeri.

Pacifico propone l’inserimento dell’indennità direttamente nel Contratto collettivo nazionale di lavoro, con un importo indicativo di 1.000 euro per ciascuno dei circa 200.000 docenti interessati. Le risorse economiche, secondo Anief, possono essere reperite senza difficoltà, attraverso una redistribuzione intelligente dei fondi pubblici già stanziati.

Dove reperire i fondi per l’indennità di trasferta

Il sindacato Anief individua diverse fonti di finanziamento per sostenere questa misura: in primis i 152 milioni di euro già previsti per la continuità didattica (Legge 118/2024), a cui si aggiungono altri 30 milioni dal CCNI previsto dalla Legge 205/2017 e ulteriori 3 milioni destinati al bonus per il personale scolastico nelle isole minori (Legge 234/2021). In totale, questi fondi potrebbero coprire una indennità di trasferta fino a 1.000 euro per ognuno dei 200.000 lavoratori fuori sede, offrendo un aiuto concreto sotto forma di welfare anziché vincolarlo a parametri come la mobilità o la permanenza nella stessa scuola.

Prime aperture dal Governo, ma servono azioni strutturali

Nei mesi scorsi, il Governo ha dato qualche segnale di apertura, annunciando iniziative come il “piano casa per i docenti”, volto a restituire dignità e decoro alla figura dell’insegnante. Il sindacato Anief ha accolto con favore queste proposte, ma continua a sollecitare misure più incisive e strutturate. Come ha dichiarato Pacifico, “si tratta di aiuti importanti, ma ancora insufficienti rispetto alle reali esigenze del personale scolastico, il cui stipendio resta tra i più bassi del pubblico impiego”.

L’obiettivo è quello di portare la proposta dell’indennità di trasferta al tavolo dell’Aran, in occasione del secondo incontro per il rinnovo del contratto nazionale 2022-2024, previsto per il 26 marzo. Per Anief, questa rappresenta una battaglia di civiltà e giustizia sociale, che punta a garantire un riconoscimento economico a chi, ogni giorno, garantisce il funzionamento del sistema scolastico italiano a centinaia di chilometri da casa.

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