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Cittadinanza ai minori, il no di Meloni, Ius Scholae: ‘Non è una priorità del Governo’

Ius Scholae: per Meloni la cittadinanza ai minori stranieri non è urgente. Tajani rilancia, ma la maggioranza resta ancora profondamente divisa

Ogni estate torna il dibattito sullo Ius Scholae, ma il Governo resta diviso. Tajani rilancia, mentre Meloni ribadisce la contrarietà, chiedendo di concentrarsi sul programma di legislatura. Sullo sfondo, le tensioni nella maggioranza e l’interesse del Partito Democratico per una riforma organica della cittadinanza.

Meloni chiude: ‘Non è una priorità del Governo’

“Concentriamoci sul programma di Governo, la cittadinanza non è tra le priorità”, ha dichiarato la premier Giorgia Meloni, rispondendo alle sollecitazioni emerse nelle ultime settimane sullo Ius Scholae, la proposta che prevede la concessione della cittadinanza ai minori stranieri dopo un ciclo di studi completato in Italia. La presidente del Consiglio si è detta contraria a riforme che attribuiscano la cittadinanza a minori i cui genitori sono ancora stranieri, sottolineando come l’attuale legge già consenta il riconoscimento dopo dieci anni di residenza.

Meloni si pronuncia e Tajani insiste: ‘Una proposta seria, ma non automatica’

A rilanciare il tema è stato Antonio Tajani, vicepremier e leader di Forza Italia, che propone un compromesso: concessione della cittadinanza dopo dieci anni di scuola completati con profitto. Una linea definita più severa di quella attuale, ma comunque favorevole a chi si è integrato attraverso il percorso scolastico. Tajani ha ribadito che lo Ius Scholae non deve essere inteso come un automatismo, bensì come un riconoscimento alla formazione e alla partecipazione consapevole alla vita italiana.

L’opposizione apre, ma resta il nodo nella maggioranza

Il Partito Democratico ha espresso apertura verso un confronto con Forza Italia, pur sottolineando che la proposta di Tajani è “parziale” rispetto alla visione del centrosinistra, che resta favorevole allo Ius Soli. Le resistenze più forti provengono da Lega e Fratelli d’Italia, con esponenti come Rossano Sasso e Silvia Sardone che definiscono la proposta “irricevibile”. Si profila dunque una nuova impasse legislativa, già vista negli anni precedenti, con lo stallo favorito dalle divergenze interne alla coalizione.

Uno scontro politico ricorrente, ma senza esiti concreti

Non è la prima volta che il dibattito si riaccende in estate. Lo Ius Scholae è ormai diventato un tema ciclico, che riemerge puntualmente nel calendario politico estivo, senza però trovare una sintesi parlamentare. Il tema resta divisivo, anche perché viene spesso associato a dinamiche ideologiche e strategiche piuttosto che a un confronto tecnico. Al momento la proposta depositata da Forza Italia sul cosiddetto Ius Italiae – che unisce Ius Scholae e Ius Sanguinis – non ha trovato l’appoggio del Governo nella sua interezza.

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