Cocaina nel sangue del bimbo di 10 anni: maestre lo notano nervoso a scuola

A Ferrara un bimbo di dieci anni risulta positivo alla cocaina dopo i sospetti delle maestre. Il padre denuncia l’ex moglie e intervengono i servizi sociali.

24 settembre 2025 20:17
Cocaina nel sangue del bimbo di 10 anni: maestre lo notano nervoso a scuola - La rabbia nei bambini
La rabbia nei bambini
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A Ferrara un bambino di dieci anni è risultato positivo alla cocaina dopo le segnalazioni delle maestre che lo avevano notato nervoso e agitato in classe. Il caso ha portato il padre a denunciare l’ex moglie e ad allertare i servizi sociali. La vicenda è ora al vaglio della magistratura.

Segnalazione delle maestre e primi sospetti

La vicenda è emersa in un istituto scolastico di Ferrara, dove le maestre hanno osservato un comportamento insolito del bambino di dieci anni. Il piccolo presentava stato di nervosismo, agitazione, confusione e difficoltà di concentrazione, elementi che hanno fatto scattare l’allarme. Oltre a ciò, le insegnanti hanno notato un forte odore di fumo sui vestiti e nello zaino, dettaglio che ha ulteriormente rafforzato i sospetti. Il padre, informato della situazione, ha deciso di sottoporre il figlio a esami clinici per capire l’origine dei sintomi.

Positivo alla cocaina: il test del capello e i risultati scioccanti

Gli accertamenti medici hanno confermato i timori. Il test del capello ha evidenziato 1,436 nanogrammi di cocaina per milligrammo e 0,172 di benzoilecgonina, uno dei metaboliti della sostanza stupefacente. Il dato ha lasciato sconcertati i medici e la famiglia, perché il bambino sarebbe stato esposto alla cocaina in maniera indiretta, attraverso l’inalazione passiva in un ambiente in cui la sostanza veniva consumata. Il padre ha quindi presentato un esposto ai Carabinieri e, in seguito, una denuncia-querela contro l’ex moglie, ipotizzando reati che spaziano dal maltrattamento familiare alla violazione degli obblighi di assistenza.

Intervento dei servizi sociali e indagini in corso

Secondo la ricostruzione, il bambino era affidato alla madre, nell’abitazione della quale potrebbe essersi verificata l’esposizione. La magistratura sta ora valutando le ipotesi di reato e l’intera vicenda è seguita con attenzione dai servizi sociali, allertati dall’avvocato del padre. L’uomo, tramite il suo legale, ha dichiarato di essere sconvolto e preoccupato per la salute del minore, sottolineando che l’unica priorità è il suo benessere psicofisico. Le autorità competenti dovranno chiarire le circostanze e stabilire eventuali responsabilità penali, in un quadro che ha suscitato forte indignazione pubblica.

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