Concorsi universitari: la riforma mantiene la cooptazione

Una nuova legge per i concorsi universitari rischia di non cambiare il sistema di cooptazione. ANDU analizza il DDL 1518 e le proposte alternative.

A cura di Scuolalink Scuolalink
14 settembre 2025 19:15
Concorsi universitari: la riforma mantiene la cooptazione - ANDU
ANDU
Condividi

Il Disegno di Legge 1518, in discussione al Senato, mira a riformare le procedure di reclutamento accademico. Tuttavia, secondo diverse voci critiche, la proposta non risolverebbe il problema della cooptazione personale nei concorsi universitari. Il rischio è che si tratti di una modifica superficiale, incapace di sradicare un sistema che favorisce scelte predeterminate a discapito del merito. Tutto questo secondo ANDU, l'Associazione Nazione dei Docenti Universitari.

Il DDL 1518 e la cooptazione

La discussione sul DDL 1518 al Senato procede in un Comitato ristretto, una modalità che limita la trasparenza del confronto. La critica principale riguarda il mantenimento della cooptazione, ovvero l'assegnazione di un posto a un candidato prescelto da un singolo professore ordinario. Le prove diventano così una formalità. Il DDL prevede commissioni concorsuali con un membro interno e quattro esterni, ma questa composizione non è ritenuta una garanzia sufficiente. La presenza di un solo membro locale è spesso decisiva per orientare l'esito del concorso a favore del candidato "interno". Questo meccanismo alimenta un sistema di potere che genera fenomeni come nepotismo e clientelismo, consolidando logiche non meritocratiche.

Concorsi universitari: il ruolo di ASN e ANVUR

Il sistema precedente, basato sull'Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN), non ha eliminato il localismo. Anzi, è stato spesso descritto come una "foglia di fico" per mascherare la libertà di scelta dei singoli ordinari, incentivando inoltre un'inflazione di pubblicazioni a scapito della qualità. Con la nuova riforma, il ruolo dell'ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario) non verrebbe ridimensionato, ma potenziato. L'agenzia assumerebbe di fatto le funzioni delle commissioni ASN, stabilendo i requisiti scientifici per i candidati. Questo rafforzerebbe il suo controllo sulla ricerca e sulla carriera dei docenti, centralizzando ulteriormente la valutazione e aumentando la burocratizzazione del sistema.

Le proposte alternative al sistema

Per superare la cooptazione, sindacati come ANDU e FLC CGIL propongono un modello alternativo. La soluzione individuata è quella di istituire concorsi nazionali per tutte le figure accademiche, con commissioni interamente sorteggiate tra docenti esterni agli atenei interessati. Al termine delle prove, verrebbe stilata una graduatoria dei vincitori nazionale. I candidati idonei potrebbero così scegliere la sede in base alla loro posizione in graduatoria, indebolendo il legame con il singolo ateneo e promuovendo un reclutamento più trasparente e meritocratico. Queste iniziative mirano a un confronto pubblico per ridefinire le fondamenta del reclutamento universitario in Italia.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail