Continuità didattica su sostegno, docenti ricattabili: Avv. Miceli 'clientelismo istituzionalizzato'
L’avvocato Miceli denuncia il “clientelismo istituzionalizzato” nel sostegno scolastico e la precarietà che mina la continuità didattica in Italia.
L’avvocato Walter Miceli , esperto di legislazione scolastica e collaboratore ANIEF, descrive un sistema in cui la discontinuità didattica e le pressioni delle famiglie generano un vero e proprio “clientelismo istituzionalizzato”, minando la trasparenza e la qualità del sostegno scolastico in Italia.
Un sistema precario che alimenta la discontinuità
Secondo dati Istat, quasi sei alunni su dieci con disabilità cambiano insegnante di sostegno ogni anno, un fenomeno che ha raggiunto proporzioni drammatiche nell’anno scolastico 2023-2024 con 124.000 docenti assunti a tempo determinato. La percentuale di precari è passata dal 39% al 61% in appena un decennio, segno di un sistema che si regge ormai sui contratti a termine. Miceli, intervenuto nel format “Diritto in cattedra” di Orizzonte Scuola, ha denunciato la mancanza di stabilità e specializzazione degli insegnanti di sostegno, sottolineando come questa precarietà comprometta la qualità dell’inclusione.
Il paradosso del decreto ministeriale
Il decreto ministeriale n. 32 del 26 febbraio 2025, attuativo dell’articolo 8 del decreto legge 71/2024, prevede la possibilità di confermare i docenti precari su richiesta delle famiglie. Una misura che il legale ha definito “gravissima”, poiché il ministero ha celebrato come un successo il fatto che “il 50% degli insegnanti di sostegno precari è stato confermato”. Per Miceli ciò significa che l’altra metà continuerà a partecipare alla “girandola delle cattedre”, senza soluzione al problema strutturale. L’avvocato ha evidenziato anche la mancanza di specializzazione, che in alcune regioni tocca il 75% del personale, e ha accusato il governo di mascherare un intervento a costo zero spacciandolo per riforma.
L’aneddoto dell’accento e la deriva clientelare per il sostegno
Miceli ha raccontato un episodio emblematico: “Mi sono imbattuto in richieste bizzarre, come quella di un genitore che chiedeva di sostituire l’insegnante di sostegno per il suo marcato accento meridionale. Essendo siciliano, sono anche rassegnato ad ascoltare questa richiesta”. Un aneddoto che illumina la deriva verso un “clientelismo istituzionalizzato” che mina i criteri meritocratici e la trasparenza nel reclutamento. Il rischio, sottolinea l’avvocato, è che gli insegnanti si sentano ricattabili dalle famiglie, compromettendo l’autonomia didattica e trasformando la scuola pubblica in un sistema “basato sui capricci delle singole famiglie”. Per contrastare questo scenario, ANIEF ha presentato un reclamo collettivo al Comitato Europeo dei Diritti Sociali, con una decisione attesa per dicembre 2025, nel tentativo di accendere un riflettore europeo sulla grave situazione del sostegno scolastico.