Corsi di sostegno INDIRE, chiesto un nuovo calendario esami

Una community nazionale di docenti iscritti ai percorsi di formazione TFA Sostegno INDIRE ha sollevato importanti criticità riguardo al calendario degli esami. La richiesta principale è una rimodulazione delle date per ridurre i disagi logistici ed economici, accorpando le prove e diminuendo il numero di spostamenti necessari per i corsisti provenienti da tutta Italia.

La frammentazione del calendario esami

L'attuale programmazione dei corsi di sostegno INDIRE presenta un calendario d'esame ritenuto eccessivamente frammentato. Sono previste numerose sessioni distribuite tra settembre e novembre, con ulteriori date per i recuperi a dicembre e per la prova finale. Questa scansione temporale, secondo i docenti, impone un carico logistico e finanziario insostenibile. Molti partecipanti, già in servizio presso istituti scolastici, devono affrontare continui spostamenti da una regione all'altra, con un conseguente aggravio di costi e difficoltà organizzative che impattano sulla loro attività professionale e personale.

Una proposta per la semplificazione

Di fronte a queste difficoltà, i docenti hanno avanzato una proposta concreta di riorganizzazione del calendario esami. La richiesta è quella di accorpare più prove nella stessa giornata, così da ottimizzare i tempi e ridurre drasticamente il numero di trasferte. Questa semplificazione alleggerirebbe il carico organizzativo per i corsisti, molti dei quali non hanno ancora avuto accesso alle ore di diritto allo studio. L'obiettivo è rendere la formazione più sostenibile e compatibile con gli impegni lavorativi, garantendo un accesso più equo al percorso di specializzazione.

L'impatto su costi e organizzazione

Le criticità segnalate non riguardano solo l'aspetto economico, ma anche quello organizzativo. La necessità di programmare numerosi viaggi per sostenere gli esami del TFA Sostegno INDIRE genera un forte stress e sottrae tempo prezioso all'insegnamento. Una rimodulazione del calendario, come richiesto dalla community di docenti, rappresenterebbe un intervento di buon senso. Permetterebbe di conciliare meglio la vita professionale con la formazione specialistica, assicurando che il percorso sia incentrato sulla qualità didattica piuttosto che sugli ostacoli logistici.