La riforma dei percorsi di specializzazione sul sostegno, introdotta dal Decreto Legge 71/2024 e attuata tramite i corsi INDIRE, ha suscitato un acceso dibattito nel mondo della scuola. Mentre il Ministero dell’Istruzione mira a colmare la carenza di docenti specializzati, emergono critiche riguardo alla qualità della formazione e alla disparità tra i nuovi percorsi e il tradizionale TFA.
Nuovi percorsi di specializzazione: i decreti attuativi
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato due decreti attuativi per l’attivazione dei percorsi di specializzazione sul sostegno previsti dal Decreto Legge 71/2024. Il primo decreto disciplina un percorso di 40 crediti formativi per docenti con almeno tre anni di servizio sul sostegno negli ultimi cinque anni, ma privi di titolo di specializzazione. Il secondo decreto è rivolto a docenti con titoli di specializzazione conseguiti in Paesi dell’Unione Europea, prevedendo percorsi di 48 CFU, ridotti a 36 CFU per coloro con almeno un anno di esperienza professionale nel grado di istruzione specifico. I corsi si svolgeranno in modalità telematica sincrona, con esami in presenza.
INDIRE Vs TFA: confronto tra percorsi formativi
I nuovi corsi INDIRE si affiancano al tradizionale TFA, ma presentano differenze significative. Mentre il TFA prevede 60 CFU e un rigoroso processo selettivo, i percorsi INDIRE offrono un carico formativo ridotto, variabile tra 30 e 48 CFU, e sono accessibili a docenti con esperienza pregressa nel sostegno. Questa differenza ha sollevato preoccupazioni tra i docenti specializzati tramite TFA, che temono una svalutazione della loro formazione e una disparità nei criteri di accesso e valutazione.
Le critiche del Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati
Il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati ha espresso forte contrarietà ai nuovi percorsi INDIRE, definendoli “semplificati” rispetto al TFA. Secondo il Collettivo, questi corsi riducono significativamente le ore di formazione in presenza, il tirocinio e gli esami, compromettendo la qualità della preparazione degli insegnanti di sostegno. Inoltre, denunciano la creazione di una disparità tra docenti formati attraverso percorsi diversi, con possibili ripercussioni sulle graduatorie e sull’efficacia dell’inclusione scolastica.
Titoli esteri e inserimento nelle GPS: le nuove disposizioni
Una delle questioni più controverse riguarda il riconoscimento dei titoli di specializzazione conseguiti all’estero. Il recente DPCM consente l’inserimento nelle Graduatorie Provinciali per le Supplenze (GPS) anche in presenza di rigetto della domanda di riconoscimento, purché notificato dopo il 1° gennaio 2024. Tuttavia, questa misura ha generato confusione e richieste di chiarimenti, con il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati che sollecita trasparenza e equità nel trattamento dei docenti con titoli esteri.
Il dibattito politico e le prospettive future
Mario Pittoni, Responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega, ha difeso l’introduzione dei corsi INDIRE, sottolineando la necessità di percorsi formativi più accessibili per docenti con esperienza. Ha inoltre precisato che i costi dei corsi INDIRE saranno compresi tra 900 e 1.500 euro, inferiori rispetto ai costi del TFA. Pittoni ha evidenziato l’importanza di evitare conflitti tra docenti formati attraverso percorsi diversi e ha auspicato un dialogo costruttivo per garantire l’efficacia dell’inclusione scolastica.
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