Crepet: 'Così trattate i figli come incapaci e li private di crescere'
Paolo Crepet avverte i genitori: l’eccesso di protezione trasforma l’educazione in controllo e priva i figli di autonomia, crescita e diritto di sbagliare.
Paolo Crepet lancia un appello ai genitori: l’eccesso di protezione rischia di trasformarsi in controllo e negare ai figli il diritto di sbagliare e di imparare. In un video diventato virale, lo psichiatra invita a ripensare le pratiche educative quotidiane che annullano l’autonomia dei ragazzi e alimentano ansia negli adulti.
Crepet: illusione di una vita senza sconfitte
Nel suo intervento Crepet critica l’atteggiamento iperprotettivo che molti genitori adottano con i figli. Ironizza sull’idea che esista sempre una “terza via” per evitare il fallimento, definendola “NC – non classificabile”. Secondo lo psichiatra, la vita comporta inevitabilmente vittorie e sconfitte, e tentare di neutralizzare ogni esperienza negativa priva i ragazzi della capacità di affrontare le difficoltà. L’illusione di una vita “soft” conduce, dice Crepet, a una generazione che non sa confrontarsi con la realtà perché abituata a percorsi senza ostacoli.
Eccesso di cure e sostituzione quotidiana
Lo psichiatra sottolinea poi l’assurdità delle routine familiari che, sotto forma di premure, finiscono per togliere spazio all’autonomia: sveglie anticipate, colazioni preparate, zaini pronti, zucchero girato nel caffè. Crepet osserva che ogni gesto “fatto al posto dei figli” diventa un atto di sostituzione educativa, che non solo li solleva da responsabilità ma li deresponsabilizza progressivamente. Per lui, questa modalità non nasce dalla fragilità dei bambini ma dalle paure degli adulti, che proiettano ansie e insicurezze sui figli. Così la protezione diventa controllo, un’ansia collettiva che impedisce ai giovani di sperimentarsi e crescere.
Genitori sotto pressione e ansia trasmessa ai figli
Crepet ribalta infine la prospettiva, accusando i genitori stessi di essere “psicolabili” e incapaci di reggere il peso della vita. Non sono i ragazzi, sostiene, a non sopportare le sfide, ma gli adulti che, non gestendo le proprie paure, trasferiscono tensione e ansia alle nuove generazioni. Questo circolo vizioso produce figli privati del diritto di sbagliare e di imparare dai propri errori, mentre i genitori cercano di sostituirsi a ogni loro scelta. Lo psichiatra invita quindi a riconoscere l’autonomia come bisogno evolutivo, smettendo di trattare i figli come incapaci e accettando che l’educazione passi anche attraverso cadute e ripartenze.