Debiti formativi: settembre tra chance e formalità
Settembre segna il recupero dei debiti formativi per migliaia di studenti, con differenze tra Nord e Sud e una gestione che resta più formale che educativa.


Ogni anno centinaia di migliaia di studenti italiani affrontano la prova dei debiti formativi, una sorta di spartiacque che decide il loro accesso alla classe successiva. Ma quanto è realmente utile questo meccanismo? E quali differenze emergono tra Nord e Sud del Paese?
Debiti formativi: un esercito di studenti rimandati
Oltre 364 mila studenti – circa uno su cinque – devono affrontare almeno un debito formativo prima di accedere alla classe successiva. In molti casi non si tratta di una sola disciplina ma di due o tre materie, che trasformano l’estate in un percorso pieno di ostacoli. Alcuni si affidano a lezioni private, altri ai corsi organizzati dalle scuole, mentre non manca chi si presenta agli esami senza aver studiato, confidando nella fortuna o nella benevolenza dei professori.
Una prova spesso simbolica
I numeri parlano chiaro: nell’anno scolastico 2022/23 meno di un rimandato su dieci non ha superato la verifica di settembre. Nei licei la promozione è quasi scontata, mentre negli istituti tecnici e professionali la percentuale di bocciature si alza leggermente. La gestione resta in mano al singolo docente, che sceglie se proporre prove scritte o orali, ma la sensazione diffusa è che il recupero settembrino funzioni più come un rito obbligato che come un reale momento di verifica.
Debiti formativi: Nord e Sud a confronto
Le differenze territoriali restano marcate: Valle d’Aosta e Lombardia guidano la classifica dei debiti con percentuali vicine al 23%, seguite da Veneto, Liguria e Friuli Venezia Giulia. Al Sud, invece, i dati crollano fino al 13% in regioni come Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. Le cause non si riducono a un solo fattore: pesano contesti culturali, sociali e organizzativi diversi. In ogni caso, il sistema dei recuperi continua a riproporre un modello tradizionale, più legato alla forma che alla sostanza dell’apprendimento.