Durante il dibattito sul decreto PNRR Scuola alla Camera, la deputata Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi Sinistra ha espresso forti critiche contro l’attuale linea del governo in materia di istruzione pubblica. Secondo Piccolotti, l’esecutivo starebbe consapevolmente scegliendo di disinvestire nella scuola, nell’università e nella ricerca, malgrado l’esistenza di un surplus di gettito fiscale che renderebbe disponibili le risorse necessarie. La deputata ha definito il provvedimento una “cartina tornasole” di una strategia politica mirata esclusivamente al contenimento della spesa, piuttosto che al miglioramento del sistema scolastico.
Decreto PNRR Scuola: una norma che impedisce l’adeguamento alle necessità scolastiche
Al centro del dibattito sollevato da Piccolotti vi è una disposizione contenuta nel decreto, approvata al Senato, che blocca l’attivazione di nuove classi nella scuola secondaria superiore per l’anno scolastico 2024-2025. Secondo la norma, non si potranno attivare più classi rispetto a quelle già operative nel 2023-2024. Per la deputata, questo rappresenta un chiaro segnale di resa istituzionale di fronte al problema delle classi pollaio, ossia le aule sovraffollate, una delle criticità più gravi del sistema scolastico italiano. Tale decisione, sottolinea Piccolotti, impedisce ogni tipo di intervento strutturale volto a ridurre il numero di studenti per classe e affrontare efficacemente il fenomeno del sovraffollamento.
L’impatto sulla qualità della didattica e sull’inclusione scolastica
Il sovraffollamento scolastico ha ripercussioni dirette sulla qualità dell’insegnamento, come evidenziato nel corso dell’intervento parlamentare. “Con classi troppo numerose diventa impossibile una didattica personalizzata e inclusiva”, ha affermato Piccolotti, criticando duramente l’approccio del governo, accusato di “ignorare il problema per mere ragioni di bilancio”. La deputata ha evidenziato come la personalizzazione dei percorsi educativi diventi irrealizzabile in aule con troppi alunni, ostacolando l’obiettivo di una scuola capace di valorizzare ogni singolo studente. In questo contesto, la limitazione alle nuove classi appare come un passo indietro rispetto agli standard di una scuola equa e moderna, attenta ai bisogni individuali e capace di garantire pari opportunità.
La visione politica contestata da Avs
Secondo Piccolotti, la scelta del governo di limitare la spesa anziché investire in riforme strutturali per la scuola denota una precisa volontà politica che mette in secondo piano il futuro delle nuove generazioni. “Questo governo fa il contrario di quello che andrebbe fatto”, ha dichiarato, sostenendo che l’approccio dell’esecutivo penalizzi studenti, studentesse e, in definitiva, il futuro del Paese. L’intervento si chiude con un appello a riconsiderare le priorità politiche in tema di istruzione, affinché si possa tornare a costruire un sistema scolastico realmente incentrato sulla qualità, sull’inclusività e sull’innovazione.
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