Il Decreto Ministeriale n. 32 del 26 febbraio 2025 ha introdotto la possibilità per le famiglie degli alunni con disabilità di richiedere la conferma del docente di sostegno a tempo determinato già in servizio nell’anno scolastico 2024/2025, prima delle nomine annuali e con il parere favorevole del dirigente scolastico. Il provvedimento, adottato con l’intento di rafforzare la continuità didattica e il diritto all’inclusione, ha però suscitato un acceso contenzioso.
Conflitto tra sindacati e associazioni: in bilico diritti e imparzialità nella scuola
Alcune tra le principali sigle sindacali della scuola hanno impugnato la norma davanti al TAR del Lazio, sollevando dubbi di legittimità costituzionale e criticità sul piano dell’equità e della trasparenza. In opposizione, il Garante per la disabilità, la FISH e le associazioni dei genitori hanno preso posizione a favore della misura, evidenziando l’importanza delle relazioni educative consolidate. La vicenda rappresenta un punto di frizione emblematico tra diritti individuali e principi di imparzialità nella pubblica amministrazione.
Il Decreto e la nuova procedura di conferma del docente di sostegno
Il Decreto Ministeriale n. 32/2025 consente la conferma dei docenti di sostegno a tempo determinato, già assegnati nell’anno scolastico 2024/2025, su richiesta della famiglia dell’alunno con disabilità e con il consenso del dirigente scolastico. La richiesta deve avvenire prima dell’avvio delle procedure ordinarie di nomina. La misura si fonda sull’art. 8, comma 2, del DL 71/2024 (convertito nella legge 106/2024), e si inserisce in un quadro di politiche per la promozione della continuità didattica e la valorizzazione del rapporto educativo nel sostegno scolastico
I ricorsi dei sindacati e le motivazioni giuridiche
UIL Scuola RUA, FLC CGIL e Gilda Unams hanno presentato ricorso al TAR del Lazio contro il decreto, sostenendo che esso violi i principi costituzionali di imparzialità, trasparenza e pari accesso ai pubblici impieghi. I sindacati contestano che il meccanismo deroghi alle graduatorie vigenti, attribuisca alle famiglie un ruolo improprio nella scelta del personale docente e comprometta il principio del merito. Criticata anche la possibilità che il consenso familiare condizioni la libertà di insegnamento e l’autonomia della scuola, alterando l’equilibrio istituzionale tra famiglie, organi collegiali e amministrazione.
L’intervento del Garante per la disabilità
L’Autorità Garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità è intervenuta nei giudizi amministrativi in corso, con il patrocinio dell’Avvocatura dello Stato, a sostegno del decreto. Il presidente Maurizio Borgo ha affermato che l’obiettivo è quello di garantire il pieno diritto all’inclusione scolastica, tutelando in concreto le situazioni educative già avviate e le esigenze degli studenti con disabilità. Secondo il Garante, il decreto risponde al principio di continuità educativa e non intacca i diritti collettivi, ma rafforza la centralità della persona.
La posizione delle associazioni sindacali e le reazioni contrarie
FLC CGIL e Gilda Unams ribadiscono che il decreto introduce elementi soggettivi e arbitrari nella procedura di assegnazione dei docenti, trasformando il docente di sostegno in una figura personalizzata e non più funzionale all’interesse generale. Anief, tramite il presidente Marcello Pacifico, ha promosso un ricorso collettivo tra i docenti interessati, sostenendo che il provvedimento non garantisca una reale continuità didattica e aumenti la precarietà nel sistema scolastico
Il sostegno della FISH alla misura ministeriale
La Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH) ha espresso ferma contrarietà ai ricorsi dei sindacati, definendo il decreto come uno strumento utile alla tutela della relazione educativa tra docente e alunno. La federazione respinge le accuse di discrezionalità e clientelismo, e propone di trasformare i posti di sostegno in deroga in organico di diritto, come soluzione strutturale per superare la precarietà e rafforzare la qualità dell’inclusione scolastica.
Il ruolo delle famiglie secondo il Moige
Anche il Movimento Italiano Genitori (Moige) si è schierato a favore del decreto, criticando l’iniziativa legale dei sindacati. Per il direttore generale Antonio Affinita, la continuità didattica rappresenta un valore imprescindibile, e la richiesta di conferma del docente è espressione di una responsabilità educativa legittima, non di un’interferenza. Il Moige sottolinea che i genitori conoscono meglio di chiunque altro le esigenze dei propri figli e devono poter partecipare attivamente alla costruzione del loro percorso formativo.