Docenti fuori sede e caro affitti: la sfida di trasferirsi per il ruolo

Il caro affitti mette a dura prova i docenti fuori sede. Una docente trasferita racconta 1.150 euro di affitto, sacrifici e passione per l’insegnamento.

10 settembre 2025 09:41
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Il caro affitti mette in difficoltà i docenti fuori sede. Una docente di sostegno trasferitasi in una grande città racconta le sfide quotidiane tra stipendio insufficiente, affitto da 1.150 euro e il sogno del ruolo stabile, senza rinunciare alla passione per l’insegnamento.

Dal territorio di origine alla grande città: un sogno tra sacrifici

Una docente di sostegno racconta la propria esperienza da insegnante fuori sede. Originaria del Sud Italia e formata in una città diversa da quella in cui lavora, ha deciso di trasferirsi per accettare l’incarico di prova e ottenere la stabilizzazione lavorativa. “Nonostante i sacrifici – spiega – non mi sono mai pentita della scelta, perché questa opportunità rappresentava un passo fondamentale per la mia carriera”. Il trasferimento ha comportato rinunce significative, tra cui lasciare la famiglia e spostarsi in un nuovo contesto, ma la determinazione a ottenere il ruolo ha prevalso.

Caro affitti e difficoltà abitative docenti fuori sede: numeri e ostacoli

Il problema principale non è solo il costo dell’affitto, ma la difficoltà concreta di trovare una sistemazione adeguata. 1.150 euro al mese, una cifra consistente rispetto allo stipendio da docente, a cui si aggiungono utenze e spese per la casa transitoria. La mancanza di un alloggio stabile ha costretto a ricorrere a congedo parentale per quindici giorni durante il primo anno di nomina, per riuscire a organizzarsi. “Alcuni proprietari hanno chiesto 1.200 euro più 200 euro di condominio e hanno rifiutato l’ingresso con bambini piccoli – racconta – Non è solo caro affitti, ma anche abuso dei contratti transitori”. Nonostante queste difficoltà, la docente mantiene il massimo impegno con gli studenti, proteggendoli dai disagi personali.

Determinazione e futuro: non mollare mai

La docente sottolinea come la precarietà abitativa non abbia scalfito la passione per l’insegnamento. “Rifarei tutto – afferma – Questa esperienza rende più determinata a denunciare il disagio vissuto da tanti colleghi fuori sede”. Crede fermamente che il lavoro nel presente sia la base per costruire un futuro stabile, e incoraggia chi vive situazioni simili a perseverare nella propria professione. Il messaggio è chiaro: passione, determinazione e resilienza restano al centro della vocazione docente, anche di fronte a ostacoli economici e logistici significativi.

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