Docenti precari, più trasparenza e meno concorsi: ecco la riforma
Pittoni annuncia stop ai selezionifici per docenti precari: elenchi regionali senza ulteriori prove selettive, novità operative dal 2026/27.
Mario Pittoni (Lega) annuncia la prima apertura dell’UE verso procedure di reclutamento strutturali per docenti precari senza ulteriori prove selettive, con l’obiettivo di superare i “selezionifici” che penalizzano chi intraprende la carriera scolastica. Le novità saranno operative dal 2026/27.
Nuove regole per il reclutamento dei docenti precari
Con la Legge 5 giugno 2025 n. 79, che ha convertito il Decreto-Legge n. 45/2025, l’Italia introduce gli elenchi regionali dei docenti, aprendo la strada a procedure di reclutamento strutturali che non richiedono ulteriori prove selettive. Questa riforma rappresenta la prima apertura significativa dell’Unione Europea in materia, garantendo maggiore stabilità e trasparenza per i docenti precari. L’attuazione concreta è prevista a partire dall’anno scolastico 2026/27, con una fase transitoria dedicata all’organizzazione dei nuovi elenchi e al coordinamento tra ministero e regioni.
Il meccanismo intende ridurre il ricorso ai tradizionali concorsi “a selezione continua”, criticati da tempo per la loro complessità e per il lungo protrarsi delle procedure, spesso considerate ingessanti e poco trasparenti. I nuovi elenchi regionali permetteranno ai candidati di inserirsi in graduatorie già validate, rendendo più immediata e chiara la possibilità di accedere a incarichi a tempo determinato e, in futuro, all’assunzione a tempo indeterminato.
La posizione di Pittoni e l’addio ai selezionifici
Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega e già presidente della Commissione Cultura al Senato, ha commentato la novità sottolineando la fine dei cosiddetti “selezionifici”: procedure che, secondo il politico, favoriscono solo chi gestisce i vari livelli del sistema, lasciando molti aspiranti insegnanti in un limbo prolungato.
Attraverso il suo post su Facebook, Pittoni ha evidenziato l’importanza di un percorso chiaro e lineare per tutti i precari che desiderano intraprendere la carriera scolastica: “Abbiamo gettato le basi affinché chi desidera insegnare non si ritrovi più intrappolato in un meccanismo infinito e penalizzante”, scrive. La riforma punta quindi a valorizzare i meriti effettivi dei candidati e a garantire equità nelle assegnazioni, riducendo la burocrazia e i tempi di attesa tra le prove e l’ingresso effettivo nel ruolo docente.
Impatti previsti e tempistiche di attuazion
L’adozione degli elenchi regionali segna una svolta nella gestione delle graduatorie dei docenti precari, offrendo strumenti di reclutamento più efficienti, trasparenti e meno dispersivi. Secondo le prime stime, i benefici saranno evidenti sia per le istituzioni scolastiche, che potranno contare su procedure più snelle, sia per i candidati, che avranno maggiore certezza sui tempi di inserimento e sulle opportunità di carriera.
L’implementazione richiederà una stretta collaborazione tra ministero e uffici regionali, con particolare attenzione alla corretta predisposizione dei dati e alla validazione dei requisiti dei candidati. Sebbene la legge sia già operativa, la piena efficienza del sistema sarà raggiunta con l’anno scolastico 2026/27, garantendo così un equilibrio tra tempi tecnici e necessità formative. Pittoni ha espresso fiducia nel fatto che questo sistema strutturato supererà le criticità storiche dei concorsi e valorizzerà in modo concreto l’esperienza e la professionalità dei docenti.