Dress code più rigido nelle scuole
Le scuole italiane introducono nuove regole sul dress code: divieti, sanzioni e possibili uniformi per garantire decoro e inclusione tra gli studenti.
Con l’inizio del nuovo anno scolastico torna al centro il dibattito sull’abbigliamento degli studenti. In tutta Italia, da Nord a Sud, i dirigenti scolastici hanno emanato nuove circolari sul dress code con divieti, prescrizioni e possibili sanzioni per chi non rispetta le regole in aula.
Nuove regole di abbigliamento nelle scuole italiane
Analizzando le circolari emanate dagli istituti in diverse regioni italiane, evidenziando una tendenza comune a introdurre norme più restrittive. In provincia di Reggio Calabria, ad esempio, viene richiesto agli alunni di indossare abiti sobri, puliti e ordinati, vietando espressamente “abiti scollati o eccessivamente sbracciati, pantaloni a vita bassa, minigonne, abiti attillati o trasparenti, short, pantaloncini”. Situazione simile in provincia di Lecce, dove i dirigenti invitano a non indossare abiti evocativi di contesti estivi o balneari, come bermuda, canottiere o ciabatte, ritenuti del tutto fuori luogo in ambiente scolastico.
Divieti più severi e prime sanzioni
Le regole diventano ancora più rigide a Pisa, dove è stato stabilito il divieto assoluto di pantaloncini e top di qualsiasi lunghezza, accompagnato dalla minaccia di allontanamento per i trasgressori. In provincia di Milano l’attenzione al decoro non riguarda solo l’abbigliamento, ma si estende a dettagli estetici come unghie troppo lunghe e appuntite, considerate poco consone al contesto educativo. A Firenze, invece, un liceo ha introdotto una deroga temporanea per i pantaloni corti, ammessi solo in caso di temperature elevate e purché non sopra il ginocchio, mostrando un approccio più pratico e attento al clima.
Dress code e inclusione sociale
Alcuni istituti scelgono di interpretare il dress code come strumento di inclusione sociale, utile per ridurre le differenze economiche visibili tra gli studenti e prevenire fenomeni di discriminazione o bullismo legati al modo di vestire. In quest’ottica vengono proposte soluzioni semplici e decorose, come pantaloni, tute, leggings, t-shirt, polo o camicie, e non viene esclusa l’adozione di divise scolastiche con il logo dell’istituto. Queste misure mirano a garantire un ambiente di apprendimento più equilibrato, ordinato e rispettoso, favorendo il senso di appartenenza alla comunità scolastica.