Familiare disabile: nuovi diritti per il personale scolastico

Sentenza UE C-38/24: personale scolastico caregiver potrà chiedere orari flessibili o spostamenti per assistere familiare disabile senza subire svantaggi.

15 settembre 2025 12:58
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Una recente sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea (causa C-38/24) rafforza la tutela per chi assiste familiare disabile. Anche docenti, ATA e personale educativo potranno chiedere orari flessibili o altre misure per conciliare lavoro e assistenza, con importanti ricadute nel mondo della scuola.

La decisione della Corte e i principi europei

La Corte di giustizia UE, nella causa C-38/24 su rinvio della Corte di cassazione italiana, ha stabilito che il principio di non discriminazione, sancito dall’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione e dalla direttiva 2000/78, deve essere interpretato in modo estensivo: non protegge soltanto la persona disabile, ma anche chi subisce svantaggi lavorativi per dover prestare assistenza. Ciò segna un ampliamento della tutela dei diritti, che fino ad oggi era spesso circoscritta al solo disabile diretto interessato.

Obblighi per le istituzioni scolastiche

Per il settore scolastico, questo orientamento implica che i dirigenti scolastici, in qualità di datori di lavoro, sono tenuti ad adottare “accomodamenti ragionevoli” anche nei confronti del personale che assiste familiari con disabilità grave. Le misure possibili comprendono orari più flessibili, la riduzione temporanea dell’orario di lavoro, lo spostamento su plessi più vicini al domicilio o altre soluzioni organizzative idonee a conciliare l’attività lavorativa con l’assistenza familiare. In questo modo la scuola si allinea agli standard di inclusione già diffusi in altri settori pubblici europei.

Limiti e portata delle nuove tutele

L’obbligo per le amministrazioni scolastiche non è illimitato: le soluzioni devono essere proporzionate e non comportare costi o difficoltà gestionali eccessive, valutando con attenzione le risorse disponibili, l’organizzazione del servizio e gli eventuali sostegni pubblici o fondi specifici destinati all’inclusione. La valutazione di fattibilità deve quindi tenere conto sia delle esigenze dell’istituto sia delle necessità concrete del lavoratore che presta assistenza.

Tuttavia, la pronuncia della Corte rappresenta un passo avanti significativo, perché tutela non solo i diritti delle persone con disabilità ma anche il diritto dei caregiver a continuare a lavorare senza subire svantaggi, aprendo la strada a un nuovo modello di gestione delle risorse umane nella scuola, più flessibile e solidale. In questo modo si favorisce un ambiente scolastico inclusivo e più attento ai bisogni di tutti, capace di bilanciare equità, benessere del personale e qualità del servizio educativo.

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