venerdì, 4 Ottobre 2024
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Formazione obbligatoria inclusione, i sindacati: ’25 ore incluse nelle attività funzionali’

Formazione obbligatoria sull'inclusione scolastica - I sindacati chiedono che le 25 ore rientrino nelle ore funzionali all'insegnamento

Ieri si è svolto al Ministero dell’Istruzione un incontro sui temi legati al percorso di formazione obbligatoria sull’inclusione da parte dei docenti di sostegno che non possiedono il titolo di specializzazione. Una nota del ministero dello scorso 6 settembre parla di questo argomento.

25 ore di formazione obbligatoria sul tema dell’inclusione, i dissensi di tutti i sindacati: ‘quelle ore rientrano nelle 40 ore di attività funzionali all’insegnamento’

L’oggetto di discussione dell’incontro di ieri ha riguardato la famosa nota ministeriale dello scorso 6 settembre (la n. 27662) in cui si invitano i docenti di cui al paragrafo precedente a svolgere un percorso di formazione sulla tematica anzidetta.

E’ bene precisare che all’interno della nota non si parla di obbligo, ma di invito. Questo viene esteso esclusivamente ai docenti che seguono gli alunni con disabilità. Tra l’altro docenti in possesso di contratto a tempo determinato. Considerato inoltre che tale personale è coinvolto a tutti gli effetti nella progettazione didattica educativa della singola classe e nell’espletamento delle attività collegiali ad esse collegate, si ritiene dunque che l’attività formativa in oggetto venga svolta, in ogni caso, in costanza di rapporto di lavoro.

Ecco cosa riporta il testo integrale della nota a tal proposito: “Il personale docente in questione, per l’anno scolastico 2021/2022, sarà invitato a frequentare un percorso di formazione su tematiche inclusive, secondo quanto previsto dal DM 188 citato tenendo conto delle indicazioni fornite con la presente nota e rivolta alle scuole polo per la formazione che avranno il compito di organizzare le attività formative“.

Cosa dicono i sindacati sull’argomento

La FLC CGIL su questo aspetto ha immediatamente espresso il suo più totale dissenso visto che la disposizione contenuta nella nota (l’obbligo della formazione di 25 ore) non comporta nessun tipo di esonero dal servizio da parte dei docenti interessati. Non solo, ma lo stesso sindacato di categoria richiede che tali ore fi formazione vengano comprese negli obblighi di servizio e quindi rientrino all’interno dell’attuale pacchetto di 40 ore destinate alle attività funzionali all’insegnamento (art. 29 del CCNL/2007).

Anche la Cisl Scuola è dello stesso parere e ha chiesto di individuare le soluzioni più adeguate affinché l’impegno di formazione rientrino tra gli obblighi di servizio. La stessa sigla sindacale inoltre ha chiesto delucidazioni in merito all’attività valutativa e sui test al termine del corso di formazione. L’Amministrazione in merito al quesito ha dichiarato: “si tratta di una modalità di raccolta dati sull’efficacia del corso, l’attività di rilevazione potrebbe anche essere anonima“.

Anche la Uil Scuola ha mostrato le stesse perplessità degli altri colleghi ed ha dichiarato: “le ore di formazione, che il vigente contratto stabilisce come un diritto, non possono essere svolte al di fuori dall’orario di servizio e comunque fuori dagli obblighi di lavoro, che al momento sono stabiliti dal contratto: devono rientrare nelle ore di insegnamento e quelle funzionali all’insegnamento. Queste ultime deliberate dal collegio dei docenti. Qualsiasi altro impegno al di fuori di questi obblighi contrattuali deve essere retribuito“.

Il sindacato FGU-Gilda degli Insegnanti, infine, chiede la retribuzione oraria delle attività di formazione, affermando che: “Se non rientra tra gli obblighi contrattuali, la formazione deve essere retribuita, come del resto affermano le numerose sentenze, compresa quella della Cassazione. Registriamo una grande confusione nelle scuole e il rischio concreto di un robusto contenzioso“. E aggiunge: “Un altro problema è dato dalle tempistiche, infatti il termine di novembre non è sicuramente possibile da rispettare dato il contesto di questo inizio di a.s. 2021/2022“.

Sulla questione della retribuzione posta dalla FGU- Gilda il Ministero dell’Istruzione non ha escluso un clamoroso rinvio della scadenza oltre il mese di novembre.

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