Formazione sostegno, scontro Ianes-Pittoni: teoria o esperienza?
Scontro tra Ianes e Pittoni sulla formazione dei docenti di sostegno: tirocinio universitario o esperienza diretta? Teoria e pratica a confronto


Nel dibattito sulla formazione dei docenti di sostegno, il pedagogista Dario Ianes solleva critiche ai percorsi online e al riconoscimento automatico dell’esperienza pregressa. La replica dell’esponente della Lega Mario Pittoni rilancia il valore della pratica sul campo, difendendo la pari dignità tra esperienza e tirocinio universitario.
Le critiche di Ianes ai percorsi per il sostegno semplificati
Dario Ianes, professore emerito di Pedagogia e Didattica speciale all’Università di Bolzano e co-fondatore del Centro Studi Erickson, ha espresso forti dubbi sui nuovi percorsi di formazione per i docenti di sostegno, con particolare riferimento a quelli interamente online. Intervistato da Sky Tg24, Ianes ha sottolineato una netta differenza rispetto ai Tfa universitari, dove è previsto un tirocinio supervisionato: un elemento che secondo lui manca totalmente nei corsi erogati a distanza. L’assenza del tirocinio, a suo avviso, compromette l’efficacia del percorso, rendendo la formazione incompleta rispetto agli standard qualitativi richiesti.
Il nodo dell’esperienza pregressa sul sostegno
Il pedagogista ha poi criticato la scelta di riconoscere automaticamente l’esperienza triennale sul sostegno come criterio di accesso o esonero da parte del percorso formativo. Ianes ha affermato che “potrebbero essere tre anni di lavoro pessimo dentro alle aule”, e che quindi non vi è alcuna garanzia sulla reale competenza acquisita. L’esperienza da sola, ha sostenuto, non può sostituire un percorso strutturato, né garantire la qualità della formazione necessaria per una didattica inclusiva. Secondo Ianes, servirebbe invece un ripensamento del modello d’inclusione, che coinvolga tutti i docenti, non solo quelli specializzati.
La risposta di Pittoni: 'Nessuna scorciatoia'
Mario Pittoni, responsabile Istruzione della Lega, ha replicato duramente alle parole di Ianes, ribaltando l’argomento sulla presunta scorciatoia. Secondo Pittoni, è proprio il tirocinio universitario a non offrire garanzie, definendolo una “vera scorciatoia” rispetto a tre anni di esperienza concreta sul campo. L’esponente della Lega ha dichiarato: “Solo l’ideologia può portare a sostenere che il tirocinio sia meglio dell’esperienza diretta”. Per lui, la pratica quotidiana a contatto con gli alunni disabili costituisce un elemento formativo di pari, se non maggiore, valore rispetto a quello accademico.
Pratica e teoria, due percorsi da riconciliare?
Pittoni ha concluso il suo intervento ricordando che in molti Paesi esteri pratica e teoria sono considerate equivalenti, senza farsi bloccare dal “valore legale del titolo di studio”, che secondo lui è alla base di un sistema accademico autoreferenziale e spesso legato a interessi economici. Il nodo sollevato dal confronto Ianes-Pittoni tocca un punto centrale: come valutare le competenze didattiche e relazionali dei docenti di sostegno, e soprattutto quale equilibrio trovare tra preparazione accademica e pratica sul campo. Il rischio, per entrambe le posizioni, è cadere in semplificazioni che trascurano la complessità dell’inclusione scolastica.