Gratteri: 'Gli insegnanti pagati 1350 euro sono umiliati da genitori ignoranti'

Il Nicola Gratteri denuncia genitori aggressivi, docenti umiliati e stipendi bassi: la scuola perde prestigio e la cultura non è più valorizzata.

12 settembre 2025 16:37
Gratteri: 'Gli insegnanti pagati 1350 euro sono umiliati da genitori ignoranti' - Gratteri
Gratteri
Condividi

Il Gratteri di Napoli descrive una realtà scolastica dove gli insegnanti sono umiliati dai genitori e sottopagati, mentre la cultura perde valore sociale. Tra pressioni, aggressioni e stipendi esigui, la professione docente appare sempre più marginale in un sistema che premia il consumo e non il merito.

Aggressività genitoriale e pressioni quotidiane

Secondo il Procuratore, oggi nelle scuole si assiste a un fenomeno di ingerenza genitoriale crescente, dove le famiglie cercano di controllare valutazioni e metodi di insegnamento. La critica si concentra su episodi in cui gli insegnanti subiscono pressioni dirette e aggressioni simboliche, con dirigenti scolastici spesso impotenti di fronte a “processi per direttissima” improvvisati nei corridoi. L’uso di toni e immagini forti serve a denunciare un clima in cui la genitorialità aggressiva e l’ignoranza minano l’autonomia educativa. Il Procuratore sottolinea che molte famiglie cercano di comprare l’attenzione dei figli con beni materiali costosi, ma trascurano l’affetto e il tempo educativo, generando studenti meno responsabili e più vulnerabili a comportamenti oppositivi in classe.

Gratteri: stipendi bassi e perdita di prestigio sociale

La discussione si sposta poi sugli stipendi modesti degli insegnanti, oggi mediamente 1350 euro, e sul loro impatto sul prestigio sociale della professione. Il Procuratore evidenzia come il basso compenso abbia contribuito a una progressiva svalutazione culturale, trasformando la scuola in un contesto dove il merito e la competenza contano poco rispetto alla quantità di beni posseduti.

Il riferimento nostalgico a un’epoca in cui gli insegnanti erano figure rispettate mostra il contrasto con la realtà attuale, dove il modello di riferimento per i giovani sembra essere il comportamento consumistico e superficiale, più che la cultura e la conoscenza. La critica si estende anche alla politica, accusata di non aver mai investito seriamente in istruzione, con il risultato che persino studenti laureati possono mostrare lacune fondamentali in grammatica e conoscenza di base.

Istruzione e cultura: la distinzione necessaria

Il Gratteri conclude sottolineando la necessità di distinguere tra istruzione e cultura. Investire nelle scuole e garantire una formazione di base solida è la priorità, perché senza competenze fondamentali la crescita culturale rimane un’illusione. La denuncia lancia un messaggio chiaro: la crisi educativa italiana non riguarda solo gli studenti, ma l’intera società, con effetti diretti su civiltà, rispetto del sapere e capacità di costruire cittadini consapevoli. Secondo l’analisi, l’istruzione di qualità deve essere posta al centro delle politiche pubbliche per invertire il declino del valore sociale della cultura e della scuola.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail