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Gruppo Uniti per INDIRE: il riconoscimento della vera esperienza nel sostegno scolastico

La nota stampa del Gruppo Uniti per Indire: i prossimi percorsi valorizzano l’esperienza dei docenti di sostegno per le reali esigenze degli studenti disabili.

Con l’imminente uscita dei decreti attuativi relativi ai percorsi INDIRE, torna al centro del dibattito pubblico il valore della formazione sul campo per i docenti di sostegno. Nonostante le critiche persistenti, il sistema vuole finalmente premiare chi ha maturato anni di esperienza diretta con studenti con disabilità, garantendo così qualità e continuità educativa. Questa, in sintesi, l’opinione del Gruppo Uniti per INDIRE.

Gruppo Uniti per INDIRE: un percorso pensato per chi ha già dimostrato competenza

I corsi INDIRE non sono aperti a tutti: rappresentano una riconoscenza formale e istituzionale verso coloro che, da tempo, operano con impegno e risultati nel mondo della scuola. Non si tratta di una scorciatoia, ma di una strada dedicata a chi ha saputo costruire la propria professionalità sul campo, al di là della sola formazione teorica o di tirocini limitati. In questo modo si tutela il diritto allo studio degli alunni più fragili e si rafforza il ruolo dell’insegnante come figura essenziale per l’inclusione scolastica.

L’acronimo INDIRE diventa manifesto di qualità e impegno

L’acronimo INDIRE racchiude valori concreti: Indiscutibile, perché consolida il percorso di chi ha già dato prova di valore; Necessario, per rispondere ai bisogni degli studenti con disabilità; Decisivo, nel valorizzare professionalità già operative; Inestimabile, per la qualità che aggiunge alla formazione acquisita; Reale, perché l’esperienza pratica non può essere sostituita da una formazione breve; Eccellente, poiché rappresenta una riforma coraggiosa e attesa da anni. In un momento di trasformazione del sistema educativo, queste caratteristiche assumono un valore ancora più centrale.

Basta critiche: servono rispetto e consapevolezza del ruolo

Il dibattito acceso tra aspiranti docenti TFA e sostenitori del percorso INDIRE evidenzia una frattura che rischia di sviare l’attenzione dal vero obiettivo: la qualità dell’insegnamento di sostegno. Le polemiche e i toni aggressivi non aiutano a costruire una scuola migliore. Serve invece un confronto rispettoso, che riconosca la complessità del ruolo e la responsabilità educativa che comporta. La scuola italiana ha bisogno di docenti preparati, motivati e consapevoli, non di polemiche sterili né di soluzioni facili.

Il comunicato stampa integrale del Gruppo Uniti per INDIRE 

Gentilissimi, mi sento ancora una volta in dovere di rispondere a tutti i commenti che ancora tendono a farci apparire come usurpatori e inetti. I decreti attuativi dei percorsi INDIRE sono in uscita e ancora i docenti e gli aspiranti docenti, non fanno altro che denigrare!

È un dato di fatto e finalmente è stato deciso: riconoscere il merito a chi ha dedicato anni al sostegno agli studenti con disabilità. 

I corsi INDIRE non sono per chiunque ma sono destinati a riconoscere l’esperienza maturata sul campo che non si può acquisire con nessun corso o tirocinio! In questo modo si garantisce qualità alla scuola e si risponde alle esigenze e ai diritti degli studenti più fragili.

Ecco cosa significa davvero INDIRE:

INDISCUTIBILE, perché completa la formazione dei docenti di sostegno che indiscutibilmente hanno già dato valore al loro ruolo.

NECESSARIO, perché sostiene gli studenti con disabilità, dandogli la certezza di avere insegnanti preparati e competenti.

DECISIVO, perché finalmente valorizza la professionalità di chi già lavora con passione e dedizione nel sostegno.

INESTIMABILE, perché amplifica la formazione dei docenti con esperienza e dei docenti con TFA europeo garantendo l’inclusione e il diritto allo studio.

REALE, perché per essere davvero preparati al sostegno non può bastare un percorso eminentemente teorico e con un tirocinio di qualche mese, ma occorrono anni di vero servizio. Sarebbe da riconoscere che criticare i corsi INDIRE è un insulto all’intelligenza.

ECCELLENTE, perché questa riforma è una vera e propria scelta coraggiosa e risolutiva a problemi che si trascinano da anni.

Il sostegno non si improvvisa e non si riduce a una scorciatoia lavorativa per molti aspiranti docenti che pensano di trovare il ruolo facile con la terra promessa dell’ art. 59! La scuola ha bisogno di insegnanti veri e realmente preparati, non di “cercatori di un posto di lavoro”.  Leggere i commenti di questi specializzati e specializzandi TFA fa capire che forse c’è da riflettere sul valore della figura del docente di sostegno. Appare difatti difficile da comprendere come si può usare un certo tono quando si sta studiando per ricoprire questo ruolo delicato nella scuola. Si può dissentire ma senza disseminare collera e disprezzo.

Cordiali saluti 

Daniela Nicolò, Gruppo Uniti per INDIRE 

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