Inclusione e disabilità a scuola: il caso Valerio riaccende il dibattito

Il caso Valerio riaccende il dibattito sull’inclusione scolastica e il diritto allo studio degli studenti con disabilità al Liceo Cotugno dell’Aquila.

08 maggio 2025 12:56
Inclusione e disabilità a scuola: il caso Valerio riaccende il dibattito - Inclusione
Inclusione
Condividi

Un servizio trasmesso il 6 maggio 2025 dal programma Le Iene ha riportato l’attenzione su un tema tanto delicato quanto cruciale: il diritto allo studio degli studenti con disabilità. Al centro della vicenda c’è Valerio, un ragazzo di Magliano de’ Marsi con una grave disabilità motoria, iscritto al Liceo Musicale “Cotugno” dell’Aquila. Il caso, raccontato dalla giornalista Nina Palmieri, ha sollevato un’ondata di reazioni contrastanti. Mentre il programma denuncia una gestione poco inclusiva, la scuola difende il proprio operato rivendicando anni di impegno nel campo dell’inclusione scolastica.

Valerio, la passione per il canto e l’ostacolo della distanza

Valerio sogna di diventare un tenore e per realizzare questo sogno ha scelto di iscriversi al liceo musicale dell’Aquila, città distante oltre 50 chilometri da casa. La soluzione più logica sembrava il Convitto annesso alla scuola, dove risiedere stabilmente per poter frequentare serenamente le lezioni. Tuttavia, secondo il servizio andato in onda su Le Iene, la scuola avrebbe inizialmente negato l’accesso al dormitorio per mancanza di personale in grado di garantire l’assistenza adeguata.

Le testimonianze dei genitori riportano un periodo complesso, fatto di viaggi stremanti e risposte vaghe che hanno portato Valerio persino a pensare di rinunciare alla scuola. La giornalista Nina Palmieri è intervenuta in prima persona, proponendo anche soluzioni sperimentali, come l’assistenza dei compagni, opzioni poi scartate dalla dirigenza.

L’intervento del Ministero per la Disabilità e la svolta

Solo dopo l’intervento del Ministero per la Disabilità la situazione si sarebbe sbloccata, permettendo a Valerio di ottenere un posto nel Convitto. Da oltre un mese, infatti, il ragazzo risiede regolarmente a L’Aquila, frequentando le lezioni con continuità. Ma la messa in onda del servizio ha generato un acceso dibattito tra chi accusa la scuola di inefficienza e chi, all’opposto, rivendica un impegno serio e costante.

La replica della scuola e il sostegno dei docenti

Tra le voci più critiche nei confronti del servizio televisivo, quella del professor Alberto Martinelli, docente di canto di Valerio, che ha accusato la trasmissione di aver "montato malamente" il servizio e di aver diffamato ingiustamente la dirigente scolastica Serenella Ottaviano. “Valerio dorme regolarmente in Convitto da oltre un mese. Il servizio è stato parziale e ingannevole”, ha scritto Martinelli sui social. A difesa della scuola è intervenuto anche il collegio docenti, che in una nota ha ribadito il proprio impegno quotidiano nel garantire un ambiente scolastico realmente inclusivo: “Negli ultimi cinque anni – si legge – il numero di docenti di sostegno è triplicato, e oggi il nostro istituto accoglie la percentuale più alta di studenti con disabilità della città. Anche nel caso di Valerio sono state attivate con tempestività tutte le misure necessarie, in collaborazione con le istituzioni competenti.”

Inclusione, tra diritto e rappresentazione mediatica

La vicenda di Valerio solleva una questione centrale per la scuola italiana: l’inclusione degli studenti con disabilità è ancora troppo spesso ostacolata da carenze strutturali, difficoltà organizzative e comunicazioni inefficaci. Ma pone anche un altro interrogativo: quanto è corretto semplificare situazioni complesse in un linguaggio televisivo che rischia di polarizzare e banalizzare?

Il caso Valerio, se affrontato con responsabilità e consapevolezza, può diventare un’occasione preziosa per riflettere sul reale stato dell’inclusione scolastica e sull'importanza di un racconto onesto, completo e rispettoso delle persone coinvolte.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail