Inclusione e valutazione: il nodo irrisolto per studenti DSA e BES

Le difficoltà degli studenti DSA e BES restano ignorate nel sistema scolastico, ancora centrato su valutazioni standard e docenti poco formati all'inclusione

22 giugno 2025 17:05
Inclusione e valutazione: il nodo irrisolto per studenti DSA e BES - Insegnante di Sostegno
Insegnante di Sostegno
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Nel dibattito sui ricorsi per non ammissione scolastica, si tende a trascurare un problema strutturale: la reale difficoltà degli studenti con DSA e BES in un sistema ancora centrato su valutazioni standard e didattica frontale. Serve un cambiamento profondo nei criteri valutativi, nella formazione docente e nell'approccio all'inclusione

Il ricorso come sintomo, non come causa

Il crescente numero di ricorsi al TAR per sospensioni del giudizio e bocciature ha catalizzato l’attenzione mediatica, ma rischia di spostare il focus dal vero nodo: le difficoltà sistemiche degli studenti con DSA e BES, in particolare nella scuola secondaria di secondo grado. Le azioni legali rappresentano solo l’emersione di un disagio profondo, spesso legato all’inadeguatezza dell’approccio didattico e valutativo nei confronti di studenti con bisogni educativi speciali.

Didattica e valutazione: un’impostazione ancora inadeguata

Nonostante la presenza di Piani Didattici Personalizzati formalmente corretti, l’applicazione concreta delle indicazioni normative risulta spesso superficiale. La legge 170/2010, che riconosce i diritti degli studenti con DSA, viene ridotta a meri strumenti compensativi e tempi aggiuntivi, trascurando l’obbligo di personalizzazione e individualizzazione didattica previsto all’art. 5. Il modello didattico dominante rimane quello frontale e performativo, poco adatto a rispondere ai bisogni di chi presenta comorbidità complesse, come disturbi attentivi, ansia o difficoltà emotive.

Progettazione didattica e strumenti realmente rivolti all'inclusione

L’utilizzo di strumenti compensativi, come le mappe concettuali, viene spesso richiesto agli studenti stessi, senza considerare che la loro costruzione richiede abilità avanzate di astrazione, organizzazione logica e selezione delle informazioni. In molti casi, togliere due esercizi o concedere tempo extra non costituisce un intervento sufficiente. È necessario passare a una valutazione del processo, valorizzando il percorso compiuto dallo studente e progettando verifiche flessibili che ne rispettino i reali stili cognitivi e le difficoltà documentate.

Urgenza di formazione e di un cambiamento culturale per un efficiente inclusione scolastica

La formazione dei docenti curricolari rispetto ai bisogni educativi speciali resta insufficiente. In assenza di una consapevolezza condivisa, si assiste a dinamiche difensive nei confronti delle famiglie che sollevano osservazioni, con il rischio di marginalizzare gli studenti più fragili. È urgente rivedere i criteri valutativi in chiave inclusiva, superando la logica della prestazione standard e restituendo centralità all’azione pedagogica quotidiana, affinché l’inclusione non resti un principio solo formale ma diventi fondamento del sistema scolastico.