Indagine Bullifree: studenti parlano, gli adulti minimizzano
Indagine Bullifree rivela come ragazzi e adulti percepiscono diversamente il bullismo e i luoghi più a rischio: bagni, cortili e trasporti.


Un’indagine del progetto Bullifree su oltre 3.000 studenti, 1.700 genitori e 640 tra docenti e personale scolastico della Valsugana mette in luce come il bullismo venga percepito in maniera diversa da ragazzi e adulti. Bagni, cortili, spogliatoi e mezzi di trasporto risultano i luoghi più a rischio. Ecco i dati e le tendenze emerse.
Percezioni e risposte degli studenti
Dall’indagine emerge che l’84% degli studenti dichiara di stare bene o abbastanza bene a scuola, un dato che però non annulla l’incidenza del bullismo. Quasi la metà dei ragazzi ritiene giusto intervenire in caso di episodi, mentre il 17% lo considera rischioso. Quando cercano aiuto, gli studenti si rivolgono soprattutto a genitori e insegnanti, mostrando una fiducia che necessita di risposte concrete. Secondo il 44,8% dei ragazzi, chi compie atti di bullismo dovrebbe essere punito o sanzionato, mentre genitori e docenti propendono per percorsi di supporto e consapevolezza, rivelando una differenza di approccio che può condizionare gli interventi.
Comportamenti, luoghi e percezioni degli adulti
Per gli studenti il bullo è un coetaneo che offende, insulta, minaccia o aggredisce, ma gli adulti tendono a sottovalutare l’impatto delle prese in giro, considerate invece dai ragazzi tra le forme più pesanti di aggressione. Questo scarto percettivo è significativo: può impedire agli adulti di riconoscere e intervenire prontamente su episodi quotidiani. Tra i luoghi più citati dagli studenti spiccano bagni, spogliatoi e cortili, mentre il personale scolastico segnala anche i mezzi di trasporto come spazi particolarmente a rischio, dove la vigilanza è minore e i comportamenti possono degenerare senza controllo immediato.
Cyberbullismo e uso della rete
Il report evidenzia come per studenti e adulti la rete sia percepita come un ambiente a rischio. La maggior parte dei ragazzi riceve il primo cellulare tra i 9 e i 13 anni e lo utilizza in media 121 minuti al giorno, soprattutto per ascoltare musica, guardare video e studiare. Il 45% usa lo smartphone per social e chat e un ragazzo su tre segue oltre 50 influencer, indice di un’esposizione costante a modelli e contenuti potenzialmente problematici. Il progetto Bullifree, promosso da Etika con il sistema cooperativo trentino, inserisce questi dati in un percorso più ampio di sensibilizzazione condivisa con scuole, famiglie e studenti, per costruire strumenti educativi capaci di contrastare il fenomeno sia negli ambienti fisici che online.