La foto del primo giorno di scuola può costare cara: i rischi invisibili dello sharenting
Lo sharenting espone i minori a rischi concreti: identità digitale precoce, furto di dati e abusi online tramite le foto. La privacy dei bambini va protetta.
Il primo giorno di scuola è un ricordo prezioso, ma la condivisione compulsiva di foto dei figli sui social apre scenari preoccupanti. Lo sharenting espone i minori a rischi concreti: perdita della privacy, utilizzo improprio delle immagini e creazione di identità digitali non volute che possono condizionare il futuro.
I rischi dello sharenting e la perdita di controllo
Secondo il Garante per la protezione dei dati personali, pubblicare immagini dei figli può alimentare circuiti pericolosi, persino legati alla produzione di materiale pedopornografico. Ma il problema più diffuso è l’assenza di consapevolezza da parte delle famiglie: con la condivisione quotidiana di momenti privati come nascite, compleanni o il primo giorno di scuola, i bambini diventano inconsapevoli protagonisti di un archivio digitale immenso. Prima dei cinque anni, ogni minore conta in media 1.500 immagini online, spesso accessibili a sconosciuti e potenzialmente sfruttabili da algoritmi o piattaforme per fini commerciali.
Foto: conseguenze sul futuro e sull’identità digitale
Le immagini diffuse creano un’identità digitale precoce che i bambini non hanno scelto. Età, luoghi, abitudini e persino espressioni facciali diventano dati sensibili che le aziende e gli algoritmi possono sfruttare per profilazioni commerciali, assicurative e bancarie. L’esposizione incontrollata può inoltre facilitare cybergrooming e furti di identità, rendendo i minori bersagli vulnerabili. Dal punto di vista psicologico, i ragazzi cresciuti sotto i riflettori digitali rischiano di sentirsi privati della propria intimità. Molti studi dimostrano che i bambini desiderano essere interpellati prima della pubblicazione di foto che li ritraggono, rivendicando il diritto all’autodeterminazione della propria immagine.
Raccomandazioni e buone pratiche per i genitori
Gli esperti invitano i genitori a riflettere prima di postare e a rispettare il principio dell’interesse superiore del minore. Tra le linee guida più importanti: rendere irriconoscibile il volto dei bambini con strumenti grafici, impostare profili privati con accesso ristretto, evitare assolutamente di condividere foto che li ritraggono in situazioni intime o di nudità. Creare profili social dedicati ai figli è fortemente sconsigliato. La Società Italiana di Pediatria ricorda che anche immagini apparentemente innocue – come una vacanza o un gioco in cortile – possono diventare materiale esposto a rischi di furto d’identità e sovraesposizione. Il messaggio è chiaro: la privacy dei figli vale più di qualsiasi like, e la protezione della loro immagine oggi significa tutelarne la libertà e il benessere domani.