Maestra assolta per maltrattamenti: ricorso in appello della Procura
La Procura ha presentato ricorso in appello contro l’assoluzione della maestra accusata di maltrattamenti. La vicenda continua a destare polemiche e divisioni.


Una maestra torinese, accusata di maltrattamenti su 21 bambini tra il 2014 e il 2019, è stata assolta in primo grado. Tuttavia, la Procura ha fatto ricorso in appello, cercando di ribaltare la sentenza di assoluzione e ottenere la condanna per la docente. La vicenda, che ha suscitato forti polemiche, continua a dividere la comunità scolastica.
Maestra assolta per maltrattamenti: la ricostruzione degli eventi
La maestra Laura Prunotto, 45 anni, era accusata di maltrattare 21 alunni nelle scuole primarie Alvaro-Gobetti e Leone Sinigaglia di Torino. Secondo le indagini, i bambini avrebbero raccontato di insulti, spinte e comportamenti violenti da parte della docente, che sarebbe stata anche autrice di umiliazioni verbali. Tra i presunti episodi, il lancio di una sedia che ha causato una ferita a un bambino, oltre a costringere altri bambini con disabilità a subire abusi fisici e psicologici.
L’assoluzione e la reazione della scuola
Nonostante le gravi accuse, la maestra è stata assolta in primo grado con la motivazione che le prove a carico non fossero sufficienti. La sentenza ha portato al reintegro immediato della maestra nella scuola, suscitando proteste da parte dei genitori. Alcuni di loro hanno minacciato uno sciopero e, sebbene il corpo docente abbia scelto di trasferirla in biblioteca, la vicenda ha sollevato un ampio dibattito.
Il ricorso in appello della Procura
La Procura di Torino ha deciso di impugnare la sentenza e fare ricorso in appello, con l’obiettivo di ribaltare l’assoluzione e ottenere una condanna per la maestra. Il pubblico ministero, Laura Rizzo, ha espresso l’intenzione di proseguire con il procedimento legale e chiedere un approfondimento del caso, poiché ritiene che le prove a carico della docente siano sufficienti per una condanna. Il processo d’appello sarà cruciale per determinare la verità su questi presunti abusi.
Le famiglie e la speranza di giustizia
Nonostante la sentenza di assoluzione, le famiglie degli alunni coinvolti non si sono arrende. Un padre di uno degli studenti ha dichiarato di essere rassicurato dal fatto che la Procura stia cercando di fare chiarezza. Il suo avvocato, Ibrahim Diarra, monitorerà l’evoluzione del caso. Le famiglie si augurano che lo Stato non archivi la vicenda troppo rapidamente e che venga fatta giustizia per i bambini coinvolti.