venerdì, 4 Ottobre 2024
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Maggiori investimenti e riforme nell’istruzione: lo chiede Anief

Marcello Pacifico (Anief) chiede maggiori investimenti e riforme nell'istruzione, visto che dal recente Rapporto Draghi emergono dati preoccupanti per la scuola

Anief: ‘Maggiori investimenti e riforme nell’istruzione‘ – Dal recente Rapporto Draghi, emergono dati preoccupanti riguardo il finanziamento dei programmi educativi e formativi in Italia. Mentre l’Unione Europea destina il 4,7% del PIL all’istruzione, che include sia scuole che università, l’Italia si ferma a un 4,2% del PIL, come evidenziato dall’Istat. Questa percentuale pone il nostro Paese poco sopra la media europea, con un contributo significativo proveniente dalle regioni del Nord.

Maggiori investimenti e riforme nell’istruzione in Italia: è arrivato il momento di cambiare marcia

A livello europeo, l’insufficiente investimento pubblico in Istruzione ha un impatto diretto sulle competenze degli studenti: solo l’8% degli studenti europei raggiunge un alto livello di competenza in matematica, un dato nettamente inferiore rispetto a paesi come Singapore, che guida la classifica secondo i dati OCSE-PISA, seguita da Giappone, Estonia e Repubblica di Corea.

Anief: ‘è venuto il tempo di coraggiose riforme e investimenti nell’istruzione’

In risposta ai risultati del Rapporto Draghi, il sindacato Anief sostiene che l’Italia debba cambiare rotta. Marcello Pacifico, presidente dell’organizzazione sindacale autonoma, afferma: “È il momento di assumersi le proprie responsabilità. Dobbiamo avere il coraggio di togliere dal patto di stabilità le spese per l’Istruzione, aumentare di un punto gli investimenti nel settore della Conoscenza e rivedere l’obbligo scolastico in Italia, anticipandolo a 5 anni e prolungandolo fino a 19 anni.”

Pacifico aggiunge che l’elevato numero di 400.000 studenti che ogni anno abbandonano la scuola secondaria non può più essere considerato un fenomeno normale o “fisiologico.”

Speriamo in più investimenti per il futuro

La necessità di riformare e potenziare il settore dell’istruzione è ormai evidente. L’Italia deve investire di più per garantire che i giovani possano completare il loro percorso scolastico e acquisire le competenze necessarie per affrontare le sfide del futuro.

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