Scandalo a Cuneo: operatori accusati di gravi maltrattamenti in un centro per disabili. Il Coordinamento Docenti Diritti Umani denuncia una violazione sistematica della dignità e chiede una formazione continua basata sui diritti umani per chi opera in contesti di fragilità.
Cuneo, maltrattamenti in un centro diurno per disabili: Urgente una svolta culturale ed educativa nella formazione degli operatori
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime profonda preoccupazione per i gravi fatti emersi a Cuneo, dove dodici operatori – tra cui infermieri, educatori, psicologi e figure apicali – sono stati rinviati a giudizio per presunti maltrattamenti reiterati ai danni di quindici ospiti con disabilità, alcuni dei quali minorenni, in un centro diurno attivo dal 2014 al 2019.
Le condotte riportate dalla magistratura, ove confermate, delineano un quadro di sistematica violazione della dignità della persona, incompatibile con qualunque principio giuridico, etico e professionale. L’abuso di psicofarmaci, le umiliazioni fisiche e psicologiche, l’abbandono in ambienti non idonei alla cura, sono atti che infrangono non solo le norme dello Stato, ma i fondamenti della nostra convivenza democratica.
Il Coordinamento ritiene ineludibile un profondo ripensamento dei modelli di formazione destinati a chi opera in contesti di fragilità. Occorre una formazione strutturata e continua, fondata su una solida cultura dei diritti umani, della legalità e della responsabilità sociale.
In questo quadro, si sottolinea l’importanza strategica del coinvolgimento dei docenti della classe di concorso A046 – discipline giuridiche ed economiche – in progetti educativi trasversali, destinati agli studenti delle scuole secondarie e ai futuri professionisti socio-sanitari, affinché il rispetto dei diritti inviolabili della persona non resti solo un principio astratto, ma diventi competenza concreta, trasversale e applicabile.
L’educazione ai diritti è presidio democratico. Senza formazione, anche le strutture più organizzate rischiano di fallire nel loro mandato istituzionale.
Il Coordinamento rinnova l’appello alle istituzioni competenti – MIM, Ministero della Salute, Regioni – affinché casi di tale gravità non vengano mai più resi possibili da carenze formative, sottovalutazioni organizzative o silenzi istituzionali.
Solo un investimento convinto nella cultura dei diritti può garantire tutela reale ai più fragili e legalità autentica nei luoghi della cura.
prof. Romano Pesavento, Presidente CNDDU
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