Maturità 2025, Crepet: 'La scuola non ascolta. Ma i voti servono, come nella vita'
Maturità 2025: Crepet critica la scuola per mancanza di ascolto ma difende i voti. Il Ministero annuncia sanzioni. La protesta riaccende il dibattito educativo


La protesta di Maddalena, studentessa che ha rifiutato l’orale della maturità, ha acceso un dibattito nazionale. Per Paolo Crepet, la scuola ignora il disagio degli studenti, ma puntare il dito contro i voti è inutile: “La vita è piena di valutazioni, come nello sport”. Il Ministero risponde con fermezza, ma il problema sembra più profondo: una scuola senza ascolto può davvero educare?
Crepet: 'I ragazzi non vengono ascoltati, ma i voti non sono il nemico'
Lo psichiatra Paolo Crepet interviene nel dibattito sulla maturità 2025 e sulla scelta di Maddalena, la studentessa di Belluno che ha rifiutato l’orale come forma di protesta. “La scuola non capisce i ragazzi”, afferma in un’intervista a Il Messaggero. E aggiunge: “Ha ragione a dire che nessuno le ha mai chiesto come stava, ma è stata ingenua a farlo alla fine”. Il problema non sono i voti, sottolinea Crepet: “Prendersela con le valutazioni non ha senso, la vita stessa ne è piena, dallo sport al lavoro”. Il vero nodo è la mancanza di spazi di ascolto, a scuola come in famiglia.
Il Ministero: 'L’orale è obbligatorio. Chi lo rifiuta, sarà bocciato'
La posizione del Ministero dell’Istruzione è chiara: chi rifiuta l’orale dovrà essere bocciato. Il caso di Maddalena non è isolato: negli stessi giorni, altri due studenti a Padova e Treviso hanno fatto lo stesso, ottenendo comunque il diploma grazie ai crediti. Ma il ministro Valditara ha lanciato un avvertimento: “Boicottare l’orale non è tollerabile”. Anche la sottosegretaria Paola Frassinetti è netta: “È una ribellione comoda che svilisce il sistema”. Dal 2026, la nuova maturità manterrà l’orale obbligatorio con 20 punti su 100. Sarà necessaria una dichiarazione esplicita di rifiuto, per distinguere tra protesta e difficoltà reale.
Una scuola senza ascolto può davvero educare?
Il caso ha riacceso il confronto sul ruolo della scuola. Maddalena ha dichiarato al Corriere della Sera: “La preparazione c’è, ma manca l’ascolto”. Lo scrittore Eraldo Affinati ha aggiunto: “Se gli insegnanti non conoscono i propri studenti, la scuola diventa sterile”. Anche tra chi difende l’importanza dell’esame orale, emerge la necessità di una riforma che metta al centro la relazione educativa. Per Affinati, la sfida è costruire un patto formativo che non abbassi gli standard, ma rispetti i tempi emotivi e cognitivi degli studenti. La protesta silenziosa, nel frattempo, ha fatto emergere una faglia profonda.
Crepet: la maturità come occasione di cambiamento
La vicenda mette in luce una tensione mai risolta tra forma e sostanza. Il Ministero difende la prova d’esame come garanzia di serietà, ma i segnali di disagio giovanile aumentano. Il gesto di Maddalena, pur ritenuto improprio da molti, interroga la scuola nel suo complesso. Il vero tema non è solo se l’orale debba restare, ma quale maturità serva oggi agli studenti. Se la scuola vuole educare davvero, deve tornare a farsi spazio di ascolto, riconoscimento e dialogo, senza perdere autorevolezza. Il cambiamento non può arrivare solo dagli studenti: deve partire dall’istituzione.