La riforma dell’accesso a Medicina elimina il test d’ingresso tradizionale e introduce un semestre aperto, accessibile fino al 25 luglio su Universitaly. Un modello innovativo, finanziato con 70 milioni di euro, che mira a rendere più equa la selezione. Ma uno studio accademico solleva dubbi su preparazione e motivazione dei futuri studenti
Come funziona il nuovo accesso a Medicina
Dal 2025 Medicina dice addio al test d’ingresso classico e apre le porte con un semestre aperto, disponibile in fase di avvio su Universitaly.it fino al 25 luglio. Il nuovo modello prevede l’iscrizione simultanea a un corso affine tra Biotecnologie, Scienze biologiche, Farmacia, Scienze zootecniche o professioni sanitarie. Gli studenti dovranno indicare 10 sedi preferite e frequentare tre materie fondamentali: Fisica, Chimica e Biologia, ciascuna da 6 CFU. Le lezioni inizieranno il 1° settembre e termineranno entro novembre, con possibilità di ripetere il semestre fino a tre volte in caso di mancato accesso. L’iscrizione al semestre è gratuita e senza obbligo di frequenza.
La nuova selezione per medicina: esami unici e graduatoria nazionale
Il momento selettivo arriverà con esami di profitto identici a livello nazionale, con due appelli fissati per il 20 novembre e il 10 dicembre. Ogni esame prevede 31 domande per materia, di cui 15 a scelta multipla e 16 a completamento, da svolgere in 45 minuti. Il punteggio massimo è di 93 punti, con +1 per risposta corretta, 0 per omessa e -0,25 per errore. Per entrare in graduatoria nazionale sarà necessario ottenere almeno 18/30 in ciascuna delle tre prove. Chi non supera la selezione ma raggiunge comunque la sufficienza potrà proseguire nel corso affine con pieno riconoscimento dei crediti. La riforma è stata finanziata con 70 milioni di euro, di cui 30 milioni confluiti nel Fondo di finanziamento ordinario.
Lo studio che critica la riforma
Mentre il nuovo sistema prende forma, uno studio pubblicato dallo IZA Institute e firmato da Fedele, Tonin e Wiesen (Università di Bolzano e Colonia) solleva dubbi sull’efficacia della riforma. L’analisi, condotta su 369 aspiranti medici e 647 coetanei, evidenzia che il precedente sistema selezionava candidati più preparati, motivati, altruisti e cognitivamente dotati. “I candidati a Medicina mostrano più coscienziosità, altruismo e stabilità emotiva”, afferma il report, che segnala anche la frequente presenza di figure mediche in famiglia tra i candidati. Il timore è che il nuovo modello possa attrarre profili meno idonei. Secondo Tonin, “se il messaggio che passa è che l’accesso è diventato più facile, si rischia un calo nella qualità complessiva”.
Sfida aperta: equità e qualità a confronto
La riforma nasce con l’obiettivo di ampliare l’accesso a Medicina, superando il modello selettivo di tipo nozionistico e offrendo tempi più distesi per valutare la preparazione degli studenti. Il nuovo semestre rappresenta una prova generale dell’università per chi sogna la carriera medica, ma apre anche interrogativi sulla tenuta degli standard. Gli autori dello studio invitano a monitorare attentamente gli effetti del nuovo sistema, per evitare che l’ampliamento dell’accesso comprometta la qualità della futura classe medica. Equità, consapevolezza e merito sono le parole chiave che guideranno la riuscita – o meno – di questa rivoluzione accademica.
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