Minacce alla figlia di Giorgia Meloni: professore sotto accusa, sdegno bipartisan contro l'odio sui social
Minacce alla figlia di Giorgia Meloni: un professore campano sotto accusa. Sdegno bipartisan e condanna del clima d’odio crescente sui social.


Un professore campano è finito al centro di un'ondata di indignazione per aver rivolto minacce gravi alla figlia della premier Giorgia Meloni. Il caso ha provocato un’ondata di solidarietà politica trasversale e acceso nuovamente i riflettori sul clima d’odio diffuso sui social. L’uomo, identificato come Stefano Addeo, classe 1960, docente di tedesco in provincia di Napoli, avrebbe scritto un commento inquietante sui social, augurando alla figlia della presidente del Consiglio “la sorte di Martina Carbonaro”, la giovane di Afragola tragicamente scomparsa.
Valditara: «Verifiche immediate, tolleranza zero verso la violenza»
Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara è intervenuto con fermezza, annunciando verifiche per accertare l’identità del responsabile, indicato come un dipendente del Ministero dell’Istruzione e del Merito (Mim). Valditara ha promesso che le autorità competenti adotteranno provvedimenti esemplari, sottolineando l’importanza di difendere i confini della legalità e del rispetto. La frase incriminata, rilanciata anche da Fratelli d’Italia sui propri canali, ha suscitato un'ampia ondata di indignazione. «Che qualcuno arrivi a usare parole così terribili contro una bambina – si legge nel comunicato – dovrebbe far riflettere sul clima d’odio che si alimenta contro Giorgia Meloni e il suo Governo».
Meloni: «Un odio ideologico che ha superato ogni limite»
La stessa Giorgia Meloni, attraverso un post su X (ex Twitter), ha condannato duramente l'accaduto, descrivendolo come “qualcosa di più oscuro dello scontro politico”. Per la premier, si tratta di un odio profondo e ideologico, che supera ogni confine umano, arrivando a colpire i figli per attaccare i genitori. Il suo appello è chiaro: la politica, nella sua interezza, deve opporsi a queste derive. Anche Arianna Meloni, sorella della premier e responsabile della segreteria di Fratelli d’Italia, ha espresso il proprio sgomento per l’episodio, parlando di «ignobile barbarie» e invocando una condanna unanime.
Nel mirino anche le figlie di Piantedosi: l’odio social non si ferma
Non si fermano però al solo caso Meloni gli episodi di odio online. Anche le figlie del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi sono state oggetto di messaggi offensivi e minacciosi, diffusi sempre tramite X. Un utente anonimo ha risposto a un post del ministro scrivendo frasi aggressive e allusive, estendendo gli “auguri” funesti anche alle sue figlie. Di fronte a tali minacce, esponenti di tutte le forze politiche hanno espresso solidarietà alla premier e al ministro, definendo le parole usate “ripugnanti”, “ignobili” e “inaccettabili”. Tra loro, Ignazio La Russa, presidente del Senato, e Alessandro Giuli, ministro della Cultura, hanno invocato una risposta istituzionale forte e una vigilanza attiva da parte di tutte le istituzioni.