Mobilità 2025, Vannini (UIL): 'Ingiustizie e precariato cronico'
Mobilità 2025: UIL denuncia distorsioni, 230mila precari in attesa di ruolo e merito ignorato. Posti congelati e deroghe mal gestite aggravano la crisi


Il giorno della pubblicazione dei risultati della mobilità 2025 ha lasciato migliaia di docenti sospesi tra speranze e delusioni. Roberta Vannini della Uil Scuola Rua denuncia storture burocratiche, disparità territoriali e il dramma di oltre 230mila precari ancora in attesa di stabilizzazione. Il sistema mostra falle profonde, tra merito disatteso, posti accantonati e deroghe mal gestite.
Mobilità, un "D-Day" tra sogni e beffe burocratiche
Venerdì 23 maggio è stato definito da Roberta Vannini della Uil Scuola Rua il “D-Day della mobilità”. Per molti docenti, il responso ha significato un’altra conferma dell’esilio forzato: inseganti lontani da casa dal 2015 e nuovi pendolari a tempo indeterminato. La sindacalista sottolinea come dietro i dati ufficiali si celino storie personali di frustrazione e ingiustizia, aggravate da un sistema che premia in modo casuale il merito.
Il caso PNRR1: penalizzati i più meritevoli
Una delle distorsioni più evidenti riguarda i docenti vincitori del concorso PNRR1, che pur avendo ottenuto l’abilitazione entro dicembre 2024, sono rimasti esclusi dalla stabilizzazione. Al contrario, colleghi con punteggi inferiori ma già abilitati sono stati immessi in ruolo. “Una beffa oltre che un danno”, denuncia Vannini. Il Decreto Scuola in discussione ha risolto il problema solo per i futuri vincitori del PNRR2, lasciando un’intera categoria nel limbo.
Mobilità docenti: posti congelati e deroghe che penalizzano
Altro elemento critico è quello dei posti accantonati: centinaia di cattedre risultano assegnate ma prive del nome del titolare, congelate in attesa della definitiva immissione in ruolo dei vincitori PNRR1. Intanto, molti docenti che avevano diritto al ricongiungimento familiare sono stati esclusi a causa di errori nella compilazione della domanda, non avendo indicato come prima preferenza il comune del familiare. Le disponibilità residue, già esigue, aggravano ulteriormente la situazione: solo 3.378 posti nell’infanzia, 21.282 alla primaria e 4.054 nella secondaria di primo grado.
Il nodo precariato: 230mila docenti senza stabilità
Secondo la UIL, il vero nodo rimane la differenza tra organico di diritto e organico di fatto: centinaia di migliaia di cattedre esistono ma non vengono stabilizzate, lasciando 230mila precari in un limbo professionale. Regioni come la Lombardia offrono ancora 528 posti disponibili nell’infanzia, mentre la Campania solo 215, a conferma delle persistenti disparità territoriali. La continuità didattica auspicata dal Ministero si scontra con una gestione che premia la provvisorietà, mentre il controverso decreto che consente ai genitori di scegliere i docenti di sostegno rischia di trasformare la continuità in privilegio, a scapito di competenza e merito.