Orientamento scolastico inefficace: 1 neodiplomato su 2 è impreparato al futuro

Un'indagine rivela che 1 neodiplomato su 2 non sa come affrontare il futuro. L'orientamento scolastico è inadeguato e genera ansia e incertezza.

A cura di Scuolalink Scuolalink
16 settembre 2025 21:34
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Un'indagine di BuddyJob e ScuolaZoo rivela il dramma dei neodiplomati: la metà non sa come affrontare il mondo del lavoro. L'orientamento scolastico è inadeguato, generando ansia e incertezza. È necessario un cambio di paradigma per supportare i giovani nelle loro scelte future.

Orientamento, il grande assente: 1 neodiplomato su 2 non sa come affrontare il mondo dopo la scuola

L’Osservatorio sull'Orientamento, condotto da BuddyJob e ScuolaZoo, ha coinvolto oltre 1.600 studenti e studentesse per indagare sogni, paure e aspettative delle nuove generazioni. 6 giovani su 10 vivono il futuro con ansia, la metà non sa come affrontare il mondo del lavoro e denunciano un orientamento scolastico inadeguato.

Milano, 16 settembre 2025 - All’inizio del nuovo anno scolastico, tra riforme e cambiamenti in arrivo, emerge una verità scomoda: l’orientamento scolastico c’è, ma non basta perché inadeguato alle esigenze dei giovani. L’indagine condotta da BuddyJob e ScuolaZoo, che ha coinvolto oltre 1.600 giovani - in gran parte maturandi dell’anno scolastico 2024/25 - porta alla luce uno scenario chiaro: quasi 1 giovane su 5 non ha ancora idea di cosa fare dopo la scuola, e il 54% si sente poco o per nulla pronta ad affrontare il mondo del lavoro. Solo il 7% dei neodiplomati si sente davvero pronto ad affrontare il mondo del lavoro, mentre oltre la metà si definisce poco o per nulla preparata.

Quasi tutti i rispondenti dichiarano di aver avuto esperienze di orientamento, nel 78% dei casi solo a scuola. Tuttavia, la qualità percepita lascia a desiderare: solo il 3% considera l’orientamento scolastico ricevuto come “ottimo”, il 35% lo definisce appena “sufficiente” mentre il 26% lo giudica pessimo. Stando alle risposte ricevute, per gli studenti la scuola dovrebbe organizzare incontri con professionisti di diversi settori, attività pratiche per sviluppare competenze utili e momenti individuali per esplorare interessi, talenti personali, percorso e opportunità correlate. L’orientamento tradizionale è inadeguato e lontano dalle esigenze dei giovani, probabilmente ad dover cambiare è proprio il paradigma del concetto di orientamento, che non deve mirare solo a suggerire un percorso piuttosto che un altro, ma supportare i ragazzi a porsi le domande giuste, ad aiutarli nel cambiamento nella fase di transizione dalla scuola al mondo del lavoro.

Le difficoltà post-diploma sono molteplici: quasi la metà dei giovani (49%) dichiara di non avere abbastanza informazioni, mentre il 41% pensa di non possedere le competenze necessarie, sia tecniche che relazionali. Anche la fiducia in sé stessi rappresenta un ostacolo importante: il 40% confessa di avere poca autostima e il 28% non sa nemmeno come iniziare a cercare lavoro.

Il sentimento che domina tra i giovani è l’ansia: 6 ragazzi su 10 dichiarano di viverla pensando al proprio futuro, seguita da confusione (54%) e, in terza posizione, speranza (41%). In pochi si sentono motivati (28%) o felici (12%). Tra le testimonianze raccolte, spicca quella di una studentessa che racconta: “Provo un senso di nostalgia e paura allo stesso tempo che mi opprime il cuore. Ho paura di non essere all’altezza, di quello che studio, delle aspettative degli altri e persino di me stessa”.

Quasi 1 rispondente su 2 sostiene di aver iniziato a chiedersi che lavoro farà “da grande” prima ancora di iniziare le superiori, mentre il 27% se lo è chiesto solo durante il percorso scolastico. Infine, 1 giovane su 5 dice che non ha ancora trovato una risposta a questa domanda. Le aspirazioni professionali spesso si scontrano con la percezione di quanto siano realmente raggiungibili: anche se il 51% crede che il lavoro dei sogni possa essere ottenuto con impegno, c’è un 19% che pensa che senza “contatti” sia impossibile raggiungere il proprio obiettivo lavorativo. Il 6% lo considera addirittura un’utopia e il 13% non ha un lavoro dei sogni o non sa cosa desidera fare. Questo vuoto di certezze si traduce in scelte vissute con insicurezza e in una generale sensazione di smarrimento.

Quando si chiede ai neodiplomati cosa faranno dopo la scuola, 6 su 10 continueranno a studiare, mentre circa 2 su 10 affiancheranno allo studio un lavoro, e una minoranza (8%) dichiara di voler entrare subito nel mondo del lavoro. Un 10% non ha ancora preso una decisione. Alla domanda “cosa ha pesato di più nella tua scelta post-diploma?”, la passione personale emerge come fattore decisivo (59%). Tuttavia, quasi 4 ragazzi su 10 dichiarano di aver fatto scelte influenzate da motivi economici o dalla necessità di avere uno stipendio.

Orientamento: un concetto da ridefinire

Per la maggior parte dei ragazzi (78%), orientarsi significa “capire chi sei e cosa vuoi fare”, non solo scoprire i lavori disponibili o ricevere consigli. Molto forte il desiderio di confrontarsi con chi ha già vissuto queste scelte (30%).

“Oggi l’orientamento viene vissuto come una bussola che indica dove andare. Ma le nuove generazioni ci stanno dicendo che serve qualcosa di diverso”, sottolinea Betty Pagnin, founder di BuddyJob. “Non vogliono solo sapere cosa fare, ma imparare a scegliere, a gestire l’incertezza, a trasformare paure e sogni in decisioni consapevoli”.

Verso la nuova “Formazione Scuola-Lavoro”

Dal 2025/2026 i PCTO diventeranno ufficialmente FSL “Formazione Scuola-Lavoro”, con l’obiettivo di restituire dignità educativa e concretezza ai percorsi di orientamento. BuddyJob e ScuolaZoo sottolineano che questo cambiamento può essere un’occasione importante, ma solo se accompagnato da un reale ascolto delle esigenze degli studenti e da un lavoro sinergico tra scuole, aziende e istituzioni.

“L’orientamento non può essere un momento sporadico, ma un processo continuo che aiuti i giovani a scoprire chi sono e cosa vogliono diventare”, dichiara Gabriele Maria Sada, CEO di ScuolaZoo. “La scuola ha il compito di dare basi culturali, ma anche di aprire prospettive concrete e di offrire strumenti per scelte consapevoli. La sfida è costruire un ponte solido tra il banco di scuola e il banco da lavoro, trasformando la paura in fiducia”.

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