Paolo Crepet ai giovani: imparare a disobbedire al digitale

Crepet invita i giovani a disobbedire al conformismo digitale: difendere relazioni autentiche e libertà individuale oltre i social network.

26 settembre 2025 12:27
Paolo Crepet ai giovani: imparare a disobbedire al digitale - Paolo Crepet
Paolo Crepet
Condividi

Nel suo ultimo intervento, Paolo Crepet invita i giovani a non seguire ciecamente la rete, richiamando l’insegnamento di Don Milani: educare alla disobbedienza critica. Un appello a difendere libertà individuale e relazioni autentiche contro il conformismo digitale che trasforma l’amicizia in un numero.

Disobbedire al conformismo digitale

Durante uno spettacolo, Paolo Crepet ha lanciato un monito ai giovani: “Non fate tutto ciò che vuole la rete”, riprendendo il pensiero di Don Milani sull’educazione alla disobbedienza. Non si tratta di incitare al caos, ma di coltivare lo spirito critico per difendere la propria autonomia. Il sociologo sottolinea come il conformismo digitale stia restringendo la libertà individuale, guidando comportamenti e opinioni. Per Crepet, educare oggi significa insegnare a scegliere, a dire “no” a ciò che non serve o non convince, rompendo la dipendenza dagli algoritmi.

L’amicizia vera contro la solitudine dei social

Crepet parte da un episodio drammatico: una ragazza di tredici anni trovata senza vita, con centinaia di “amici” sui social ma nessuno accanto a lei. Da qui la provocazione: “Non bestemmiamo la parola amicizia”. L’amicizia autentica non è moltiplicare contatti, ma avere qualcuno che c’è nei momenti difficili, che si presenta “alle tre di notte” quando serve. Il sociologo denuncia la superficialità delle connessioni virtuali e il rischio di erosione dei legami profondi sotto il peso della velocità e della quantità. In questo contesto, invita ragazzi e adulti a difendere relazioni vere e significative, riconoscendo i limiti dell’amicizia “digitale” che spesso non corrisponde a sostegno reale.

Recuperare il limite e la libertà

Crepet mette a confronto Cupertino e Leonardo da Vinci, come metafora della colonizzazione culturale delle piattaforme: abbiamo affidato il senso delle nostre vite a strumenti tecnologici nati lontano, dimenticando la ricchezza della nostra storia creativa. Secondo il sociologo, è necessario diffidare di chi detta regole attraverso algoritmi e definisce persino cosa sia l’amicizia. Il suo discorso si chiude con una proposta concreta: saper dire di no, chiudere il telefono, scegliere il silenzio e ristabilire un confine. Non solo critica, ma un gesto educativo radicale: disobbedire al flusso costante e apparentemente inevitabile del digitale. Per Crepet, famiglie, scuole e comunità devono raccogliere questa sfida e insegnare che non tutto ciò che viene offerto va accettato, riscoprendo così il coraggio del limite come atto di libertà.