HomeAttualitàPaolo Crepet: 'genitori non pretendete figli perfetti, Sinner ha imparato dalla sconfitta'

Paolo Crepet: ‘genitori non pretendete figli perfetti, Sinner ha imparato dalla sconfitta’

Paolo Crepet invita a ripensare l’educazione: troppa pressione dai genitori ostacola i ragazzi. Il caso Sinner mostra l’importanza della sconfitta

La pressione dei genitori verso l’eccellenza assoluta, spesso accompagnata dal rifiuto dell’errore, ostacola lo sviluppo autentico dei ragazzi. Paolo Crepet analizza il caso Sinner per riflettere sull’importanza di accettare la sconfitta come motore educativo

Crepet: il valore educativo della sconfitta

“Sinner è bravo perché ha imparato a perdere”, afferma lo psichiatra Paolo Crepet, intervistato dal magazine Luce de La Nazione. A colpirlo è stata la crescita del tennista italiano, maturato dopo le sconfitte con Carlos Alcaraz. Secondo Crepet, il dolore legato alla perdita ha alimentato in Sinner una nuova consapevolezza, contribuendo al suo miglioramento. “Non vinci se non temi l’avversario. Solo dal dolore nasce qualcosa di autentico”, spiega, criticando un modello educativo che considera l’errore come fallimento anziché come passaggio di crescita.

I danni della pressione genitoriale

Crepet punta il dito contro i genitori ossessivi, ossia quelli che vogliono “che il figlio sia sempre il migliore”, arrivando a forzarlo a essere ciò che non è. Questa spinta all’eccellenza ad ogni costo, spiega, può portare ansia, frustrazione e una pericolosa disconnessione dall’identità autentica. Il rischio è che i ragazzi non imparino ad affrontare le delusioni, crescendo nell’illusione che solo la perfezione li renda amabili e accettati.

Riscoprire il valore dell’autenticità

La critica di Crepet non si ferma al contesto familiare, ma tocca le aspettative sociali che influenzano profondamente le scelte educative. Una società che premia solo il successo alimenta nei genitori la paura del fallimento dei figli, spingendoli a intervenire in modo eccessivo nella loro formazione. Ma questo, osserva lo psichiatra, non fa che privare i ragazzi della possibilità di sviluppare autonomia, responsabilità e resilienza. Il confronto con il limite, sottolinea, è parte integrante del processo di crescita.

Crepet: educare al percorso, non al risultato

“Non costringete i figli a essere diversi da quello che sono”, ammonisce Crepet, che invita a ripensare radicalmente il ruolo educativo della famiglia. Piuttosto che inseguire la prestazione, i genitori dovrebbero sostenere il percorso individuale di ciascun figlio, accogliendo fragilità, errori e peculiarità. Solo così si forma una personalità solida e capace di affrontare il mondo. In questo senso, la sconfitta non è una debolezza, ma un passaggio essenziale verso la consapevolezza di sé.

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