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Pensione 2025: cosa cambia davvero tra requisiti, età e deroghe

Pensione di vecchiaia 2025: requisiti, età, contributi e novità su Opzione Donna, Quota 103 e APE Sociale. Ciò che serve per pianificare l’uscita dal lavoro

Nel 2025 il sistema pensionistico italiano subisce aggiornamenti che riguardano milioni di lavoratori. Restano fermi alcuni parametri, ma cambiano condizioni importanti per chi ha carriere discontinue o rientra nel sistema contributivo puro. Questa guida spiega in modo chiaro cosa cambia nel 2025 per la pensione di vecchiaia, le nuove regole per il pensionamento anticipato e come pianificare al meglio la propria uscita dal lavoro

Cosa cambia nel 2025 per la pensione di vecchiaia: età, contributi e deroghe cancellate

Nel 2025, l’età per accedere alla pensione di vecchiaia resta fissata a 67 anni. Questo limite però dipende dall’adeguamento alla speranza di vita calcolata dall’ISTAT, quindi potrà aumentare dal 2026.

Il cambiamento più rilevante riguarda i contributi: chi ha una carriera lavorativa discontinua farà più fatica a raggiungere i 20 anni minimi richiesti. Le deroghe storiche, come quelle previste per gli “esodati”, non verranno rinnovate.

Per i lavoratori con soli contributi accreditati dopo il 1° gennaio 1996, la pensione di vecchiaia a 67 anni diventa accessibile solo se l’importo maturato raggiunge almeno 1,5 volte l’assegno sociale (pari a circa 534 euro al mese nel 2025). Se l’assegno è più basso, bisognerà attendere i 71 anni, anche con 20 anni di contributi già versati.

Nel 2025 il sistema diventa meno flessibile: servono carriere continue e redditi adeguati. Chi ha buchi contributivi o lavora con contratti precari rischia di rimanere escluso dalla pensione in tempi brevi.

Pensioni anticipate e flessibili: le altre novità del 2025

Nel 2025, Quota 103 resta in vigore ma cambia: i lavoratori potranno andare in pensione con 62 anni di età e 41 anni di contributi. Tuttavia, l’assegno verrà calcolato interamente con il metodo contributivo, con una possibile riduzione dell’importo finale. Inoltre, valgono rigide finestre di uscita: 3 mesi per i lavoratori privati, 6 mesi per quelli pubblici.

Opzione Donna subisce nuove restrizioni. Potranno beneficiarne solo le donne in una di queste condizioni:

  • caregiver da almeno sei mesi;
  • invalide civili con una percentuale minima del 74%;
  • disoccupate o dipendenti di aziende in crisi.

L’età di accesso sale a 61 anni, ma può scendere fino a 59 per chi ha figli (un anno in meno per ciascun figlio, fino a un massimo di due). Il calcolo dell’assegno avviene con il metodo contributivo, che comporta decurtazioni importanti.

Anche APE Sociale continua nel 2025. L’accesso resta riservato a disoccupati, caregiver, invalidi e chi svolge lavori gravosi. L’età minima richiesta è 63 anni, con almeno 30 o 36 anni di contributi, a seconda della categoria. Tuttavia, l’INPS eroga l’assegno solo nei limiti delle risorse disponibili, quindi conviene muoversi per tempo.

Come prepararsi: strumenti utili e strategie per non restare indietro

Chi vuole affrontare i cambiamenti previsti per la pensione di vecchiaia nel 2025 deve agire con consapevolezza. L’INPS ha potenziato i servizi digitali: ogni lavoratore può accedere al portale con SPID, CIE o CNS per:

  • controllare l’anzianità contributiva;
  • verificare i requisiti per pensioni anticipate o flessibili;
  • simulare l’importo dell’assegno con lo strumento “La mia pensione futura”;
  • richiedere l’ECOCERT, l’estratto conto certificativo dei contributi.

Chi è ancora distante dalla pensione dovrebbe iniziare a valutare la previdenza integrativa. Il sistema pubblico potrebbe non garantire una pensione adeguata, soprattutto per chi lavora in modo discontinuo o nel settore privato. I fondi pensione rappresentano una scelta strategica per costruire un secondo pilastro previdenziale.

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