Permessi retribuiti: come funzionano per Docenti e ATA
Permessi retribuiti 2024 per docenti e ATA: chi può richiederli, come funziona l’autocertificazione e cosa può decidere il dirigente scolastico


Chi lavora nella scuola con contratto a tempo determinato fino al 30 giugno o al 31 agosto ha diritto, anche nel 2024, a tre giorni di permessi retribuiti per motivi personali o familiari. Il nuovo contratto collettivo del comparto Istruzione e Ricerca (docenti e ATA) ha confermato questa possibilità, e un recente chiarimento ha spiegato come gestire la documentazione per ottenere il permesso.
Chi può richiedere i permessi retribuiti per motivi personali o familiari
Il diritto ai permessi spetta a:
- Docenti
- Personale educativo
- Personale ATA
Serve però una condizione: il contratto deve avere durata annuale (fino al 31 agosto) oppure coprire tutto l’anno scolastico fino al termine delle attività didattiche (30 giugno). Rientrano anche gli incarichi assegnati secondo l’articolo 35, comma 5 del contratto. Il personale ATA può anche usare i permessi in forma oraria, seguendo le regole previste dall’articolo 67 del contratto.
Quanti giorni spettano e per quali motivi
Ogni anno scolastico spettano 3 giorni di permessi retribuiti per motivi personali o familiari. Il contratto non elenca le cause specifiche: quindi rientrano tutte le situazioni legate alla sfera privata, a patto che risultino reali e coerenti con quanto dichiarato. Non esiste una lista predefinita, ma bisogna sempre dimostrare che il motivo rientri nella tipologia prevista dal contratto.
Come documentare i motivi del permesso
Chi presenta la domanda deve allegare una documentazione che giustifichi la richiesta, anche sotto forma di autocertificazione, quando ammessa dalla legge (D.P.R. n. 445/2000). Non basta semplicemente dichiarare di aver bisogno del giorno: la richiesta deve fondarsi su elementi concreti, anche se non per forza con documenti ufficiali (salvo casi specifici).
Chi valuta la validità della documentazione?
Il dirigente scolastico ha il compito di valutare se la motivazione presentata risulta adeguata. Può accettare l'autocertificazione se considera il contenuto congruente con la richiesta di permesso.
Nel suo ruolo di datore di lavoro pubblico con poteri organizzativi, decide in autonomia sulla base della situazione concreta. Se la documentazione appare generica, incongruente o non dimostra in modo sufficiente l’effettiva esigenza, può anche respingere la richiesta.
Cosa cambia in pratica per il personale scolastico ATA
In sostanza:
- Hai diritto a 3 giorni di permesso retribuito l’anno se hai un contratto al 30/06 o al 31/08.
- Puoi usare il permesso per motivi personali o familiari, anche con autocertificazione.
- Devi fornire una motivazione chiara e dimostrabile.
- Il dirigente scolastico valuta se la richiesta risulta coerente e fondata.
Per evitare rifiuti o chiarimenti successivi, conviene sempre motivare con attenzione la domanda e allegare documenti o dichiarazioni coerenti con quanto richiesto.
I permessi retribuiti per motivi personali e familiari rappresentano una risorsa importante per chi lavora a scuola con incarico a tempo determinato. Basta poco per usarli correttamente: una richiesta ben fatta, una motivazione chiara e, se serve, un’autocertificazione ben scritta. Attenzione solo a non dare per scontato che basti un generico “motivo personale”: meglio sempre spiegare, anche sinteticamente, il contesto.