Plusdotati: quando il talento diventa un ostacolo e la scuola non sa come gestirlo
Studenti plusdotati ancora invisibili nelle scuole italiane: una proposta di legge punta a riconoscere talento, flessibilità e formazione per i docenti


In Italia, migliaia di studenti plusdotati restano invisibili, schiacciati da diagnosi errate, isolamento scolastico e mancanza di supporto. Le testimonianze parlano di esclusione e sofferenza, ma ora il Parlamento sta lavorando a una legge che riconosca finalmente l’alto potenziale come una risorsa da valorizzare con strumenti e formazione
Studenti plusdotati invisibili tra diagnosi sbagliate e incomprensioni
«Quando ho scoperto di essere plusdotato, nessuno sapeva cosa volesse dire»: la voce raccolta da Far West su Rai 3 riflette la solitudine di molti studenti ad alto potenziale cognitivo. Capaci di apprendere con rapidità, finiscono spesso etichettati come “disturbatori”, anziché essere supportati. Le diagnosi sono a carico delle famiglie, costose e non sempre riconosciute dalla scuola. Il risultato è che tanti ragazzi vengono confusi con alunni neurodivergenti, senza ricevere gli stimoli di cui hanno bisogno. La conseguenza è spesso un isolamento crescente, fino al rifiuto della scuola.
Una scuola che penalizza il talento dei plusdotati
Dalle testimonianze emerge una scuola impreparata a gestire l’eccellenza: mancano linee guida nazionali e la formazione dei docenti è assente. Tutto dipende dalla sensibilità del singolo insegnante o dirigente. Alcuni ex studenti raccontano di essere stati puniti con voti più bassi per non creare squilibri in classe. Altri parlano di bullismo da parte dei compagni e, in alcuni casi, persino degli insegnanti. In nome dell’uguaglianza si crea un’omologazione che mortifica le capacità e genera sofferenza. Intanto, associazioni come StepNet restano tra i pochi riferimenti per famiglie disorientate e lasciate sole.
Un sistema che genera disagio e abbandono
La mancanza di riconoscimento e supporto specifico conduce spesso al sottorendimento, alla demotivazione e, nei casi più gravi, all’abbandono scolastico. Alcuni insegnanti segnalano la difficoltà di gestire classi numerose e ammettono che i ragazzi plusdotati possono risultare problematici se non coinvolti correttamente. Serve quindi un sistema flessibile, capace di rispondere alle esigenze educative speciali di questi studenti, evitando che il loro talento si trasformi in una causa di esclusione. Oggi tutto è affidato all’improvvisazione o alla buona volontà dei singoli.
La proposta di legge che può cambiare il futuro
Oltre 430mila studenti ad alto potenziale attendono risposte. Il Parlamento sta esaminando un disegno di legge che potrebbe finalmente riconoscere la plusdotazione come un tema educativo nazionale. La proposta prevede identificazione precoce, piani didattici personalizzati, salti di classe, flessibilità curricolare e la presenza in ogni istituto di un referente per l’alto potenziale. La formazione obbligatoria per i docenti sarà centrale, con corsi specifici e l’introduzione della plusdotazione nei programmi universitari. Le famiglie saranno coinvolte attivamente, in un’alleanza con scuola e specialisti che metta al centro il benessere dello studente, non solo il rendimento.