Prof. Maggi: 'Tecnologie a scuola sì, smartphone no. Ma ha senso?'

Andrea Maggi denuncia la contraddizione della scuola italiana: smartphone vietati ma tecnologie diffuse, invitando a rimettere al centro idee e senso critico.

19 settembre 2025 12:01
Prof. Maggi: 'Tecnologie a scuola sì, smartphone no. Ma ha senso?' - Andrea Maggi
Andrea Maggi
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Il docente e scrittore Andrea Maggi evidenzia la contraddizione del sistema scolastico italiano: smartphone vietati agli studenti mentre tablet, pc, lavagne digitali e strumenti immersivi invadono le aule. Una riflessione sulla direzione dell’innovazione educativa e sulla priorità delle idee rispetto agli strumenti.

L’avanzata degli strumenti e l’assenza di una direzione

Secondo Maggi, la scuola italiana vive un cortocircuito tra divieto di smartphone e espansione dei dispositivi digitali. Da un lato, gli studenti subiscono restrizioni sempre più severe; dall’altro, si moltiplicano tablet, lavagne interattive, computer e sistemi immersivi. Questa rincorsa, presentata come aggiornamento necessario, finisce per generare una tensione evidente tra contenuto e contenitore.
Il docente usa un’immagine provocatoria: “carrozze trainate dai cavalli e dotate di navigatori satellitari”, una metafora che rende l’idea di una scuola esteticamente ambigua, che accumula tecnologie senza una strategia chiara. L’effetto è un contesto in cui strumenti sempre più sofisticati rischiano di offuscare il senso stesso dell’insegnamento.

Quando il mezzo offusca il fine

Per Maggi il nodo non è solo estetico o organizzativo, ma profondamente culturale. L’attenzione della scuola sembra concentrarsi sempre più sul “medium” che veicola i contenuti piuttosto che sui contenuti stessi. In questo scenario, lo smartphone diventa l’unico escluso, mentre altri dispositivi conquistano la scena quotidiana.
Il rischio, sottolinea il docente, è perdere di vista lo scopo dell’insegnamento: gli strumenti diventano protagonisti e le idee passano in secondo piano. Questo squilibrio apre interrogativi sulla reale direzione dell’innovazione scolastica: cosa serve davvero per migliorare l’apprendimento? Quali competenze vogliamo sviluppare negli studenti e come?

Maggi: l’intelligenza, prima di quella artificiale

Maggi cita Victor Hugo: “sono le idee a spingere il mondo, non le locomotive”, per ribadire una priorità imprescindibile. Prima di discutere dell’intelligenza artificiale occorre lavorare su quella umana, nel contesto quotidiano dell’apprendimento.
Non è il tipo di lavagna che fa la differenza – osserva – ma la qualità delle riflessioni che quella lavagna dovrebbe stimolare”. Questo invito porta a ripensare le gerarchie interne alla scuola: non tanto cosa si usa, ma come e perché lo si usa. In un momento di accelerazione tecnologica, la sfida vera è rimettere al centro le idee e il senso critico degli studenti, evitando che l’innovazione si trasformi in puro accumulo di strumenti.

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