In Italia, i dipendenti pubblici attendono fino a sette anni per ricevere il trattamento di fine servizio (TFS), spesso erogato a rate. Nel settore privato, invece, bastano appena 45 giorni. Il sindacato Anief ha deciso di intervenire, costituendosi alla Corte Costituzionale contro questa disparità e lanciando una petizione per eliminare la trattenuta del 2,5% sul TFR dei neoassunti.
Una disparità che colpisce due milioni di lavoratori pubblici
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, il ritardo nel pagamento del TFS è ingiustificato. Il trattamento di fine servizio rappresenta una retribuzione differita, finanziata in parte dai lavoratori attraverso una trattenuta mensile del 2,5%. Dal 2011, circa due milioni di lavoratori pubblici hanno subito questa ingiustizia, nonostante la Corte Costituzionale nel 2023 abbia dichiarato incostituzionale il differimento della liquidazione ai dipendenti pubblici in quiescenza. La petizione di Anief punta anche a eliminare una trattenuta che nel privato non esiste, aumentando la parità di trattamento.
Il ricorso di Anief alla Consulta e i diritti violati sul TFS
Gli avvocati Walter Miceli e Nicola Zampieri, rappresentanti legali di Anief, hanno evidenziato davanti alla Corte Costituzionale che le norme attuali violano gli articoli 36 e 117 della Costituzione. Il TFS è un diritto patrimoniale già maturato, che spetta al termine del rapporto di lavoro e la cui erogazione tempestiva è parte integrante della retribuzione adeguata e proporzionata. La rateizzazione e il differimento della liquidazione sono considerati sproporzionati e senza giustificazioni finanziarie concrete, compromettendo la dignità retributiva dei lavoratori pubblici.
Verso l’abolizione della trattenuta del 2,5% sul TFR
Con la privatizzazione del pubblico impiego, la legge n. 448/1998 ha introdotto differenze significative tra TFS e TFR, lasciando ai neoassunti dal 2001 la trattenuta del 2,5% sul TFR, assente nel settore privato. La petizione Anief, guidata da Marcello Pacifico, chiede al Governo di trasferire questo costo a carico dello Stato per garantire equità contrattuale e retributiva. Secondo Pacifico, questa riforma è necessaria per rispettare anche quanto indicato dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 213/2018, assicurando un trattamento uniforme tra lavoratori pubblici e privati.
La Petizione Anief
Per chiedere di abolire la trattenuta 2,5% TFR e rimetterla a carico dello Stato e aderire alla petizione Anief cliccare qui
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